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WhatsApp spenta in Brasile, non consegna dati chiesti da giudice

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WhatsApp bloccata in Brasile. L’astinenza è durata una dozzina di ore per ordine di un giudice, per fortuna gran parte di notte. Cento milioni di brasiliani sono rimasti senza la chat di messaggeria istantanea.
WhatsApp spenta ha scatenato il finimondo. Subito si è scatenata l’indignazione di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, la protesta di Jan Koum, il creatore della app, e soprattutto il panico in un Paese grande come un continente, dove «zapzap» — come è chiamato in Brasile — è diventato insostituibile. Lo usano il 95 per cento di coloro che sono su Internet, è interclassista e sta mandando in crisi le compagnie telefoniche: difficile vedere per strada un brasiliano che telefona normalmente (invece che spedire un messaggio vocale), o che ancora usi email o sms. Soprattutto se ha pochi soldi per le bollette, visto che l’alternativa è gratis.

WhatsApp spenta è stata la conseguenza del Braccio di ferro tra giudici in Brasile sulla popolare app per comunicare via smartphoneWhatsApp.
Ieri un magistrato aveva ordinato la sospensione del servizio per 48 ore, a partire dalla mezzanotte, ma in giornata un altro togato ne ha disposto la riattivazione immediata.

Risultato: per alcune ore l’applicazione di messaggistica mobile è rimasta totalmente inaccessibile nel gigante sudamericano.
Un tempo sufficiente per far entrare in panico quasi 100 milioni di utenti del Paese, dove la notissima ‘app’ per cellulare regna tra le più usate in assoluto. Tanto che anche alcune compagnie telefoniche, come la Oi, avevano deciso di fare ricorso contro il provvedimento giudiziario.

Persino il fondatore di Facebook (e proprietario di WhatsApp), Mark Zuckerberg, si era detto “scioccato” per l’improvviso black-out: “Questo è un giorno triste per il
Brasile. Fino ad oggi il paese è stato alleato nella creazione di una rete internet aperta”, è stato il messaggio dell’imprenditore statunitense. “Sono sbalordito che i nostri sforzi per proteggere i dati della gente si traducano in una decisione così estrema di un giudice, che punisce ogni persona che in Brasile usa WhatsApp”, ha aggiunto.

WhatsApp è stata chiusa per decisione di un giudice di un tribunale di Sao Bernardo do Campo, nell’entroterra di San Paolo: a suo parere, i responsabili di WhatsApp il 23 luglio scorso non avrebbero rispettato l’ordine di un collega magistrato, emesso nell’ambito di un procedimento penale il cui contenuto non è stato reso noto.

L’azienda avrebbe ignorato anche una seconda notifica pervenuta ad agosto, e il pubblico ministero ha così deciso la sospensione temporanea del servizio, che avrebbe dovuto durare fino a domani.

A “salvare” milioni di clienti brasiliani disperati è stato un giudice del tribunale di San Paolo, Xavier de Souza: poco tempo dopo il momentaneo blocco, ha ordinato il ripristino immediato di WhatsApp in tutto il Brasile.

“In ragione dei principi costituzionali – ha scritto il giudice nella motivazione del suo provvedimento – non appare ragionevole che milioni di utenti siano pregiudicati per colpa dell’inerzia di un’impresa” nel collaborare con la giustizia. Per il giudice de Souza, meglio sarebbe imporre “un valore di multa elevato a un livello sufficiente da inibire un’eventuale ulteriore resistenza” a rispettare l’ordinanza.

Redazione
18/12/2015

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