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Venezia, sempre meno bambini e giovani coppie. Oggi 6 anziani per ogni bimbo

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Venezia, sempre meno bambini e giovani coppie: 6 anziani per ogni bimbo

Una città permeata dalla vecchiaia, nella Venezia antica, valorizzata proprio dalla sua storia e dai suoi secolari monumenti, che sta perdendo i suoi residenti e quelli che rimangono sono di gran lunga anziani: cosa suggerisce?

S’interrogano gli amministratori comunali, impegnati a comprendere la fisionomia della città “residua”, a leggerne aspetti e contraddizioni aiutati dalle statistiche.
Nascono pochi bambini a Venezia, anche perché le giovani coppie non la trovano una casa in laguna e sono costrette ad andarsene in terraferma.

Sono i numeri a spingere questa realtà a confrontarsi, approfondire le ragioni di questo stato di cose. I dati, le percentuali, di per sé un po’ asettici, diventano arguti osservatori dell’esistente, che nel 2005 rilevava 6 anziani per bambino e 5 nelle isole, sempre per bambino. Più o meno gli stessi dati nella terraferma.

Questa demografia, del resto già conosciuta e lamentata in Comune, ha interessato i lavori della Prima commissione consiliare presieduta da Monica Sambo, che ha premesso la necessità di porre concreti rimedi all’esodo, allo spopolamento a quelle condizioni che impediscono alla città di vivere una sua dimensione umana in divenire e che portano il nome di casa, lavoro, servizi e costo della vita. Sottintesa, in quanto lampante, la critica ad un turismo sfrenato, sovrastante la popolazione.

Perché a partire dal 1968 che registrava circa 368mila abitanti, siamo arrivati ai minimi termini?
La terraferma nel 1975 arriva a 211mila abitanti e subito si comprende che gran parte di loro provengono dalla città storica.

Osservando lo stato delle Municipalità, si legge che quella di Venezia è scesa del 12,5% nel corso degli ultimi dieci anni, così Pellestrina e Lido con un 6%in meno, mentre in evidente crescita si hanno le Municipalità di Zelarino e Chirignago (più 4,5%), ma anche Favaro (più 3%), Marghera (più 1%) e Carpenedo che mantiene stabile la sua residenza.

La terraferma deve il suo equilibrio demografico alla presenza di stranieri, infatti qui i bambini sono più numerosi, ma anche questa realtà è in bilico, in ragione dei probabili rientri a casa di quelle famiglie.

Nel complesso la rivisitazione della demografia rivela in Venezia la più “vecchia” città del Veneto, l’età media nella città storica è di cinquant’anni. I consiglieri comunali hanno preso atto di questa ulteriore dimostrazione che a Venezia c’è molto da lavorare e ripensare in termini di vivibilità e di rispetto dei suoi cittadini, in ogni età e tempo della vita.

Andreina Corso

(foto di Enzo Pedrocco)

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8 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Gentile Patrizia,
    non ha torto chi dice che il livello di civiltà di un paese si vede dal trattamento degli uomini e donne nelle carceri, dal rispetto per gli anziani e dall’attenzione sui bambini.
    Mamma mia, quante se ne potrebbero aggiungere a questi concetti che ci ha tramandato Voltaire, di aventi diritto (e perché no giovani, donne, emarginati . . .)
    La suggestione è forte. Ora, riservandomi di risponderle dettagliatamente sugli andamenti aggiornati delle concessioni in affitto di Comune, Ater e Enti convenzionati, provo a ipotizzare.
    Conosco le case chiuse della città, quelle imposte buie, serrate, so cosa vuol dire essere sfrattato o espulso dalla propria città. Mi creda.
    Tanti anni fa il Comune aveva tentato una politica preventiva, che assicurava in qualche modo lo sfrattato o l’avente diritto alla casa. Chi sfrattava, lo doveva fare per ‘necessità’, se voleva l’appartamento in tempi brevio, altrimenti avrebbe dovuto attendere i tempi dello sfratto esecutivo. In quel momento subentrava l’assessore Giuseppe Santillo, che ricordo volentieri, il Comune eseguiva lo sfratto, ma lasciava la famiglia nell’appartamento fino a quando non le avesse procurato una nuova abitazione.
    E’ vero, sono troppe le case vuote o date in affitto per pochi mesi all’anno a chi, evidentemente ha tanti soldi. Poi, mi spiace dirlo, ci sono anche i veneziani che hanno trasformato le case in b&b, contribuendo all’aggravarsi della situazione. Sappiamo che per molti giovani oggi questo è un lavoro. Come prendersela con loro, data la disoccupazione?
    Poi ci sono gli enti, che dovrebbero garantire una casa anche a chi non è ricco, poi ci sono le case da restaurare, talvolta alle prese con i permessi della Soprintentenza. Poi ha ragione, quando dice che è inutile costruire se le case ci sono già, ma non vengono assegnate, non coprono i bisogni che la cittadinanza esprime. Poi c’è tutto quel che sta diventando hotel di lusso… basta seguire le cronache quotidiane.
    I campi dovrebbero essere a misura di bambino, addirittura qualcuno auspicava alla città dei bambini. Ma come fare? C’è davvero di mezzo il mare. Gli animali, quelli che li amano davvero li curano, puliscono e fanno in modo che armonizzino con la gente e con la città. Temo che nessuna multa possa far crescere questa civiltà, però potrei sbagliare, ditemi voi. . .
    Gli animali sono davvero gli ultimi della terra, dipendono in tutto e per tutto da noi, rispettando loro, rispettiamo un po’ anche il mondo. Piacerebbe tanto anche a me, cara Patrizia, che le cose andassero meglio, noi possiamo sempre testimoniare, raggranellare chicchi di umanità, ricercarla, senza stancarsi, anche se a volte le forze mancano.
    Grazie Patrizia e . . . a presto.

    • Gentile Andreina, il mio riferimento non è alla classe benestante che ha favorito i B&B, chi ha proprietà fà liberamente quel che crede con il consenso del comune di Venezia sui cambi d’uso. Mettici poi gli abusivi. Mi riferisco alla classe medio-bassa che a Venezia non può più resistere. Il mio grido di rabbia è rivolto all’arroganza delle istituzioni verso il cittadino e, con questo Sindaco è grande. Ora non dico che debba essere assistenziale in tutto ma, la politica della casa da parte delle istituzione è proprio quella di far sfollare il popolo dal centro storico. Un alloggio pubblico alla Giudecca è sempre pronto, come mai? Soprattutto l’arroganza dell’ATER mi creda non è tollerante. Grazie dell’attenzione.

  2. Cara Signora Andreina, sono nonna di una bimba di tre anni, piena di vita e gioiosa quando la porto in campo a giocare. Le assicuro che è fatica, in pieno centro, ritrovare anche nei campi un piccolo spazio. Per i bambini non c’è assolutamente considerazione. Gruppi, comitive di turisti accompagnati da guide che non osservano itineari, te li trovi anche nei percorsi sconosciuti ai più. Zone verdi, Parco Groggia, Sant’Elena, ecc. sono un pericolo per i bambini, cani che scorazzano festosi mentre i loro padroni tirano le palline per farli correre di più, gli animali sono imprevedibili. Senza museruola di piccola e grande taglia, razze pericolose. NOn accetto, di sentirmi rispondere che ce l’ho con i cani. Ma in questa difficile città una regolamentazione ci deve essere. Ora il numero di cani per famiglia è di due-tre-quattro. Mi sembra sia stato Massimo Cacciari sindaco a togliere la tassa sui cani. Non vedo perchè, per colpa della maleducazioni dei loro proprietari imbrattano e lordano non solo con la cacca ma anche con la pipì, angoli e masegni. Propagano malattie. I rifiuti li producono anche loro, trovo ingiusto non sommarli al nucleo famigliare nella tassa rifiuti. Il Comune di Venezia, vedi appartamenti Coletti, da appartamenti a canoni insostenibili. C’è disoccupazione e lavoro precario, non conviene pagare un canone d’affitto alto, è più sensato un mutuo per chi ha aiuto economico in famiglia. L’ATER di Venezia commissariata, non è mai brillata come gestione. La Regione del Veneto stà discutendo in questi giorni il tetto di reddito per accedere alle case pubbliche ed altre nuove regole. Con un tetto di 20.000 EURO di ISEE (Le ricordo che l’affitto viene calcolato sul lordo percepito, e di questo spero l’opposizione si batta) mi vedo la maggior parte dei veneziani in strada senza casa. A chi vogliono dare le case? Con questo sistema non certo ai veneti. ATER e canoni NON ERP, mi corregga se sbaglio, i canoni NON ERP sono stati definiti “FUORI LEGGE” dalla REGIONE DEL VENETO, si dovrebbe provvedere. ATER manutenzioni inesistenti, la maggior parte degli alloggi in Venezia sono “fuori legge”. Considerato che le assegnazioni vengono fatte dai COMUNI, una doppia gestione del Patrimonio Pubblico degli alloggi comporta uno sperpero di denaro pubblico. L’ATER ha sempre mal gestito e con gli alloggi NON ERP è stata anche clientelare. Le posso assicurare e testimoniare che in Ater Venezia c’è molta arroganza verso gli affittuari e nessun rispetto delle leggi verso a favore di questi. Si stimano 5.000 alloggi pubblici chiusi, posso farLe da cicerone se crede e portarla nel centro città dove anche alloggi in ottimo stato sono chiusi. Si preferisce fare nuove costruzioni fuori centro, piuttosto che trovare una soluzione per quelli chiusi. CHE PROGETTO OCCULTO si stà facendo strada? Spero che l’opposizione dei consiglieri comunali e della città metropolitana, diventi un’opposizione forte, perchè fino ad ora, me lo consenta, non è troppo brillata. §E se ciò non sarà un secondo mandata del sindaco in carico è certo ed assicurato. Con stima. Patrizia Pensa.

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