Il Chievo è uscito meritatamente dal Sant’Elena con i tre punti di un derby di serie B, ma assieme ai meriti dei veronesi sulla solidità in campo, per giustizia, occorre elencare anche le altre qualità.
I gialloblu si sono dimostrati anche bravi nell’arte del fallo tecnico, della provocazione e della simulazione, tanto che i nostri, ingenuamente, dopo quattro minuti si sono trovati con un uomo in meno.
I fatti.
Minuto 2: il Chievo commette fallo su Montalto che sta venendo fuori da un’intricata situazione di difesa.
Minuto 3: il Venezia prova a ripartire ma Vaisanen carica Bocalon da dietro, altra punizione.
Minuto 3.30: sul conseguente calcio di punizione Esposito, a palla lontana (!) , dà un violento spintone alle spalle ad Aramu mandandolo a sbattere contro un compagno. L’arbitro è a pochi passi ma non interviene. (foto1)
E’ a questo punto che avviene il fattaccio: Aramu insegue il suo aggressore di poco prima e a centrocampo gli fa uno sgambettino. (foto2). Ha certamente sbagliato, è sicuramente un fallo di reazione, ma perchè chi ha provocato non viene punito?
Esposito, invece, toccato al piede giace a terra tale e quale un moribondo. Cadendo ha rotolato a terra come i migliori cowboy nei film western durante le sparatorie. Peccato che, ripreso il gioco, il giocatore sia stato tranquillamente in campo per tutto il tempo giocando senza alcuna conseguenza.
Dionisi a fine partita dirà che il Chievo ha meritato (“E’ una squadra abituata meglio di noi alle partite difficili venendo dalla A…”) e assolverà i suoi colpevoli solo di un paio di ingenuità: “E’ ovvio che un espulsione presa a pochi minuti dall’inizio ha condizionato l’intero match, ma non posso colpevolizzare nessuno…”.
Dionisi non parla dell’arbitro, però una frase, in mezzo alle interviste, gli scapperà sibillina: “Non siamo gli unici questa sera ad aver sbagliato…”.
E’ chiaro che un’espulsione (quando poteva benissimo essere un giallo, anzi due: uno per parte) dopo tre minuti si sa che rovinerà la partita. E che nel prosieguo dell’incontro ci sono state molte decisioni arbitrali che hanno lasciato perplessi il pubblico dello stadio, ma il mister mantiene il suo contegno: «Il fallo di Aramu non l’ho nemmeno visto, un calcettino mi ha detto, uno sgambetto, per cui di solito non si espelle. Ma non sono qui per colpevolizzare nessuno».
Le pecche del Venezia non sono però da nascondere. Il primo gol nasce al 44′ quando Modolo batte una punizione all’indietro servendo Cremonesi che però liscia clamorosamente consentendo a Meggiorini di servire all’accorrente Giaccherini che comodo comodo batte un rigore in movimento.
In generale, gli arancioneroverdi sono apparsi a tratti incerti, palesando insicurezze in cui i gialloblu si sono infilati.
Al 19′ del secondo tempo la fine della partita: Dickmann per Djordjevic e 2-0.