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Venezia, la bella sorpresa: aperto a Sant’Antonin ‘Punto Eat’, nuovo alimentari

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Venezia, nel sestiere di Castello, offre una piacevole novità. In Salizada Sant’Antonin, a due passi dalla Bragora, è stato recentemente inaugurato un nuovo negozio di alimentari. Il suo nome, Punto Eat, è un gioco di parole tra il verbo “to eat”, “mangiare”, e quel “.it” che nel mondo di internet viene associato al nostro Paese.

Una scelta coraggiosa quella di Gino Bellemo e della moglie Sabrina, che da qualche anno gestiscono anche la vicina attività di casalinghi, il Punto Casa. “Abbiamo una lunga esperienza nella grande distribuzione – spiega il titolare – e abbiamo capito che in una zona residenziale come questa servisse un negozio di vicinato dove gli abitanti possano trovare qualità, cortesia e fare la spesa senza rivolgersi a un supermercato.”

I locali che fino a dicembre ospitavano i prodotti per l’igiene Prodet – e prima ancora la gastronomia Strabon – tornano ad assomigliare al ‘biavarol’ che li ha occupati per decenni. “Offriamo ai residenti una scelta a 360 gradi – prosegue Gino – dall’ortofrutta ai surgelati, oltre a un’ampia rassegna di vini da piccole cantine agricole. Non ci saranno, invece, i ‘prodotti a marchio’ delle grandi catene: punto piuttosto a un giusto rapporto qualità-prezzo appoggiandomi a fornitori italiani e in particolare veneti, soprattutto nel settore del fresco. Ho assaggiato campioni di tante aziende: alcuni erano convenienti ma il sapore non mi convinceva, così non li ho ordinati”.

In una città in cui i negozi di vicinato chiudono uno dopo l’altro, c’è da chiedersi cos’abbia spinto Gino a scommettere su Punto Eat anziché sull’ennesima attività per gitanti. “Perché sono veneziano – sorride Gino – sono ‘alla vecchia’ e so che i residenti hanno bisogno di attenzioni, altrimenti la città diventa un luna park. Il livello medio dei turisti si è abbassato, non si può più fare affidamento su di loro: alcuni entrano infreddoliti e chiedono panini da mangiare per la strada, altri pretendono addirittura di usare il bagno del personale. Ma ricordiamo che il visitatore ‘di bassa lega’ l’abbiamo creato noi con il ribasso dei prezzi: da commerciante posso dire che quando a un prodotto viene tolto il suo valore non è più possibile rivalutarlo, e questo è quello che è successo a Venezia. Molti che ancora credevano di arricchirsi col turismo hanno chiuso, soccombendo alla feroce concorrenza del low-cost: quante penne a un euro bisogna vendere per mantenere un affitto?”

E tra gli scaffali di Punto Eat troviamo l’ex titolare del negozio per l’igiene Prodet, che per i primi mesi rimarrà con i coniugi Bellemo: “Con il Punto Casa abbiamo due negozi da gestire – racconta Gino – avevo bisogno di un braccio destro che avesse esperienza nel commercio, e chi meglio di lui? Tra l’altro ha il mio stesso nome, e due Gino sono meglio di uno!”

Qualche ricordo da raccontare che ha accompagnato l’apertura? “Non essere stati in alcun modo aiutati o agevolati dalle istituzioni – confessa Gino – abbiamo aperto in controtendenza un vero negozio di vicinato, un servizio per tutti i residenti, ma siamo passati attraverso un mare di burocrazia che ci è costato tempo e denaro. Le attività che sostengono Venezia dovrebbero avere tutt’altro trattamento, e invece…”

Almeno per i primi tempi, Punto Eat non avrà un bancone per gli affettati, ma li esporrà, confezionati, dentro i suoi frighi: “Con i costi che gravitano attorno al mondo del lavoro – spiega Gino – un dipendente specializzato in questa mansione rappresenta una grossa spesa, senza contare che di questi tempi è una figura ormai difficile da reperire: molti giovani non passerebbero un solo giorno dietro a un’affettatrice. La verità è che si aspettano ancora di vivere come i loro genitori, quando il turismo portava soldi senza troppi pensieri. Ma quell’epoca è ormai conclusa: per inseguire l’abbassamento dei prezzi, i margini si sono ridotti e le professioni hanno perso valore. Dobbiamo tutti iniziare a pensare in modo diverso: anch’io dovrò lavorare il doppio per raggiungere i risultati di un tempo”.

E così, mentre i residenti di Sant’Antonin osservano increduli il ritorno di latte, pasta e formaggi nella loro Salizada, la città si augura che la coraggiosa scelta di Gino sia l’apripista di un nuovo modo di intendere il commercio, che possa aver trovato una soluzione controtendenza per avere successo: tornare a rivolgersi ai Veneziani.

Nino Baldan

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma da quando a Venezia i prezzi si sono abbassati?! 3-5 € una bottiglietta di acqua, 16 € per un andata e ritorno in vaporetto?! Personale dei vaporetti scortese…è tanto se non ti fanno cadere in acqua o ti stritolano sul vaporetto perché hanno ‘fretta’ manca poco che ti sputino in faccia! Con gli stipendi che prendono…3000 € un guidatore di vaporetto! Hanno lucrato sui turisti per decenni! Vogliamo ricordare cosa costa un caffè o un gelato a Venezia, cosa hanno le pagliuzze d’oro dentro? Hotel fatiscenti a prezzi astronomici! Ristoranti osceni con prezzi assurdi.
    I commercianti hanno spremuto le vacche grasse finché c’erano e adesso pagano giustamente il fio, ben gli sta.
    Non mi pare nessuno si lamentasse quando Venezia era talmente piena di turisti che quasi quasi affondava in laguna perché avevano i soldi e ‘sganciavano’ facendo fare una barca di soldi a quei commercianti che adesso piangono miseria.
    Sono loro che hanno svenduto Venezia e l’hanno ridotto a una città made in China.

  2. Io abito lontano da Venezia, pur essendo un veneziano di nascita e vissuto a Venezia fino alla giovane eta’ di 18 anni. Ho lasciato (nel 1948) perche’ c’era miseria e niente lavoro. Sono andato in Canada e mi sono fatto una bella famiglia. Ma rimpiango Venezia sempre.
    Mi piace molto questa iniziativa del Signior Bellemo. Credo che potra’, tra breve, aprire altri negozi in sestieri differenti. I prodotti ci costerebbero meno e potrebbe venderli per meno. Bravo! Auguri di successo. Qui in Canada (Ottawa) abbiamo un negozio italiano (La Bottega) al mercato di questa citta. Ha cominciato piccolo ed ora (20 anni) sta facendo un successo enorme. Forse il signor Bellemo potrebbe avere delle idee da questo negozio indipendente e con un successo magnifico.Auguri!

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