Se c’è un positivo, parte una ricerca in tutto il condominio. Il Veneto cambia passo nel tracing.
Si tratta di un provvedimento per frenare la diffusione della variante Delta.
Il condominio, ma anche il quartiere, o il distretto di residenza dei nuovi positivi alla variante Delta saranno d’ora in poi il campo sul quale si attiverà la sanità pubblica del Veneto per rintracciare i non vaccinati.
E per convincerli a cambiare idea.
Il nuovo piano si chiama “Strategia per il rafforzamento dell’offerta vaccinale nel contesto dei focolai causati da variant of concern (voc) di Sars-CoV-2“.
Si tratta di un aggiornamento del Piano di Sanità pubblica della Regione, dopo l’avvento della pericolosa variante.
Mutazione, sottolinea la delibera, pubblicata nel Bur, caratterizzata da possibile elevata trasmissibilità.
Ma la “Delta” provoca anche insorgenza di forme severe di malattia e conseguenti ospedalizzazioni e aumento di decessi, specie nelle fasce di popolazione più a rischio.
Per questo il piano prevede che, nel caso di scoperta di un nuovo positivo alla variante indiana del Covid (la Delta, appunto) sia attivato un piano stringente di contact tracing.
Questo piano potrà coinvolgere gli altri inquilini del palazzo in cui il paziente vive, il suo quartiere, o il distretto di residenza.
Questo delicato compito spetterà al Servizio Igiene e Sanità Pubblica.
Le indicazioni operative del piano – appena pubblicato nel Bur – sono queste: “per tutti i contatti identificati valutare lo stato vaccinale; proporre attivamente la vaccinazione ai non vaccinati (nel caso di mancata adesione indagare le motivazioni, registrare eventuali esclusioni, proporre eventuale counseling breve); – proporre attivamente la vaccinazione a tutti i contatti al termine della quarantena. Ciò per individuare soggetti ancora non vaccinati, proponendo, nel rispetto della privacy, di sottoporsi all’immunizzazione“.
E qui sta il cambio di passo: integrare l’offerta vaccinale “con chiamata attiva attraverso l’individuazione di nuovi gruppi target di popolazione”.
L’obiettivo, sottolineano l’Assessorato regionale alla sanità e la Direzione Prevenzione, è proteggere “le persone esposte ad un rischio maggiore di forme gravi di malattia”, tramite l’individuazione dell’ambito territoriale dove si è verificata la positività, per costruire “un’area geografica di protezione vaccinale”, ovvero “un ambiente di vita Covid-free”.
Del resto, i dati sulle sequenziazioni eseguite dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezia hanno confermato che la Delta rappresenta ormai il 97,2% delle infezioni in regione: Contagi che sono tornati a salire, superando nuovamente nella giornata di venerdì quota 1.000 in un giorno.
Vedi anche:
In Veneto test e vaccinazioni al condominio se c’è un positivo ‘Delta’
Ma sapendo che i possibili effetti collaterali a lungo termine di questi vaccini sono sconosciuti, e sapendo che secondo i dati Ema più di 18.000 persone sono morti dopo la vaccinazione in Europa… perchè vogliono vaccinare proprio tutti??