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Veneto, installate mille terapie intensive. Zaia: «Non escluse ulteriori chiusure»

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Veneto, installate mille terapie intensive. Zaia: «Non escluse ulteriori chiusure»

I positivi al Covid tornano a crescere molto velocemente come nella scorsa primavera, in Veneto. In una settimana i contagiati sono passati da mille a tremila. Quasi 1950 casi nelle ultime 24 ore in tutta la regione. Sono numeri che non si vedevano da marzo, quando si raggiunsero i 350 ricoveri di persone gravi. Solo a Treviso, 450 nuovi casi. La preoccupazione è forte.

«Andiamo in  terza fase con 150 persone in terapia intensiva – ricorda il presidente Zaia che aggiorna la situazione Covid da Marghera – Manca poco e stasera saranno superati i 900 ricoverati in area non critica». Le ospedalizzazioni stanno andando in maniera accelerata: Infettive, Pneumologie ecc. Lo scorso 29 marzo c’erano oltre 350 pazienti in terapia intensiva con un balzo in neanche un mese da 122 a quella quota. La preoccupazione, se questo trend non si ferma, è marcata.

Questa mattina, venerdì 29 ottobre, si è trattato di Covid center. «Non ci sono alternative – afferma il presidente del Veneto – Sono 10 in regione, tre in provincia di Venezia: Villa Salus, Dolo e Jesolo. Senza questi centri attrezzati rischiamo di non poter fare le prestazioni ordinarie, ma neppure i trapianti negli ospedali. I centrali (hub) restano Covid free, come l’Angelo a Mestre. Chiedo ai cittadini di comprendere», dice il governatore. Si va progressivamente verso la sospensione di alcune attività ospedaliere come le ambulatoriali, era prevedibile. «Abbiamo realizzato l’installazione di mille terapie intensive. Sono sub intensive immediatamente attrezzabili con il casco e gli attacchi per l’ossigeno. I punti nascita restano aperti il più possibile – per il governatore – che afferma, andiamo avanti con i tamponi rapidi, rispondendo ad alcune affermazioni emerse sui media di scarsa attendibilità di questi strumenti di testing.

La situazione può essere pesantissima dal punto di vista economico, si parla di un rischio per sessantamila posti di lavoro. «Tensione e paura si toccano con mano», dice Zaia. Si discute poi delle scadenze manageriali nella sanità regionale a fine anno, in emergenza Covid, per cui Zaia ritiene, a seconda della situazione, di poter pensare a delle proroghe di qualche mese dei dirigenti.

Zaia torna sulla questione delle scuole. «Israele le riaprì, poi ci fu una recrudescenza del virus in piena estate. Sapevo – dice – che avremmo rischiato aprendo le scuole. La curva dei contagi ha ripreso sensibilmente a crescere dall’8 ottobre. Vedremo se dopo la didattica a distanza delle superiori, che ha alleggerito la pressione sui mezzi pubblici, avremo una stabilizzazione – afferma – Sui ristoranti ho detto che scaricare la responsabilità collettiva su poche categorie non è la soluzione per affrontare l’emergenza».

Non ci sono notizie di ulteriori chiusure a livello nazionale, al momento, ma non è escluso che ce ne saranno nei prossimi giorni. Confermati i 5 ospedali per persone fragili in Veneto, tra cui Noale con l’apertura del padiglione libero: in tutto 740 posti letto di residenza alberghiera per pazienti non critici, che non possono restare a casa perché senza assistenza. Al momento ci sono 1500 posti letto negli ospedali di Comunità, a metà strada tra ospedale e abitazione per lungodegenti. Per l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, la residenza alberghiera è l’ultima istanza, dopo gli ulteriori 1500 posti negli ospedali di Comunità e i 6000 dei ricoveri ordinari in tutta la Regione.

Antonella Gasparini

 

 

 

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