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Unbroken, l’incredibile storia di Louis Zamperini

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Unbroken

Di libri sulla guerra in tutti questi anni, se ne sono scritti moltissimi, a scuola si è studiato di tutto eppure esistono ancora opere che possono aggiungere un punto di vista in più, se non un emozione in più. E’ il caso di Unbroken di Laura Hillenbrand, edito da Mondadori con traduzione di Nicoletta Lamberti, un libro commovente, avventuroso, che racconta la storia vera di Louis Zamperini, giovanissimo delinquente di strada, aveva trovato nell’atletica leggera una via d’uscita, diventando campione di mezzofondo e partecipando con onore alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Reclutato dall’Aviazione nel 1940, prima di precipitare nel Pacifico era sopravvissuto a durissimi combattimenti alle Hawaii. Conclusa la guerra, anche il rientro in patria non è semplice: gli incubi lo tormentano, portandolo a rifugiarsi nell’alcol. È il matrimonio con una ragazza di buona famiglia, bella e intelligente, insieme alla riscoperta della fede, a riportarlo alla vita.

Se non sapessimo che è veramente vissuto, verrebbe da dire che Zamperini sia un supereroe Marvel alla stregua di Capitan America: forte, coraggioso, altruista, indistruttibile, subisce i colpi del villain in maniera stoica, crollando alla fine, ma anche ritrovandosi più in gamba di prima. Impossibile non appassionarsi a questa storia, al suo protagonista e a tutti i suoi co-protagonisti, grazie alla prosa fluida e avvincente della Hillenbrand che trasforma un momento di vita vera in un saggio-romanzo che coinvolge come pochi, dove gli spunti di riflessione e le emozioni si susseguono senza sosta.

Unbroken ci regala uno scorcio della Seconda Guerra Mondiale che, specialmente nei programmi scolastici europei, viene trattato raramente: i campi dei prigionieri di guerra in Giappone. Il nostro programma scolastico focalizzandosii sui campi di concentramento tedeschi, finisce per non avere, purtroppo, tempo di raccontare anche l’altra metà del cielo, quella guerra “a parte” che vede il Sol Levante contro gli USA. “[Dei prigionieri di guerra] il Giappone ne aveva contati circa 132.000, provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Nuova Zelanda, Olanda e Australia. Di questi quasi 36.000 erano morti, vale a dire più di un prigioniero su quattro. Gli Stati Uniti dovettero registrare dati particolarmente tristi: di 34.648 americani prigionieri dei giapponesi, ne morirono 12.935, cioè oltre il 37%. Per fare un paragonoe, degli americani e degli italiani prigionieri dei nazisti ne morì solo l’1%

Ed è su questo sfondo, praticamente a noi sconosciuto (un altro romanzo che ne tratta da non perdere è Il gusto proibito dello Zenzero di Jamie Ford) che si sviluppa la vicenda di Zamperini, un protagonista davvero irresistibile, ribelle, ma che sa mettere la testa apposto, con una forza d’animo da cui trarre ispirazione, un uomo che ha visto il male da tutti i suoi punti di vista e ha saputo uscirne forte, cambiato, pronto a fare del bene per gli altri.

Unbroken è uno di quei libri che sorprendentemente rimane dentro al tuo cuore e, in attesa del 29 gennaio quando nelle nostre sale arriverà il film diretto da Angelina Jolie tratto da questa incredibile storia, godiamoci la cellulosa e le emozioni che solo le parole scritte riescono ad evocare.

Sara Prian

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