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Aumenti Covid: Ulss 3 costretta a sospendere interventi non urgenti. Le sedute che saltano

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Contagi Covid in aumento alle porte di un sistema sanitario stressato e una geografia sinistra sullo sfondo delle tante e diversificate domande di cura che non possono essere disattese.

Questi gli effetti della quarta ondata pandemica da affrontare con le sue variabili, che vanno dal ricovero in reparto o in terapia intensiva, che hanno indotto la direzione ospedaliera dell’Usl 3 a sospendere, per ora solo nelle giornate di lunedì e martedì prossimi, tutti gli interventi che non presentano un carattere d’urgenza e che saranno rinviati a data da destinarsi e compatibilmente all’andamento virale.

S’interromperà l’attività del Day Surgery, che si occupa di cure non emergenziali e non richiede, in linea di massima, il ricovero del paziente. Saranno garantiti gli interventi medici e chirurgici urgenti per i pazienti oncologici o affetti da altre patologie che necessitano di cure costanti e non rinviabili.

Lunedì e martedì prossimi, dunque, negli ospedali dell’Usl 3 saranno rinviate tutte le attività chirurgiche ordinarie programmate. (Le urgenze, per esempio gli interventi di cardiochirurgia, saranno però garantiti). «Per ora chiudiamo l’attività in questi due giorni — precisa il direttore generale dell’Usl 3 Edgardo Contato — valuteremo poi quali altre soluzioni adottare alla luce dell’andamento dell’epidemia».
(In caso di dubbi accertarsi telefonando al reparto per la conferma o meno della prestazione).

Si comprende, non senza amarezza, che stiamo ritornando a quei mesi non lontani che speravamo di dimenticare. Ci immedesimiamo ancora, quando i posti letto scarseggiavano, così come boccheggiavano le terapie intensive, quando i medici, gli infermieri, hanno messo a disposizione tutte le risorse professionali e umane, tutta l’abnegazione per affrontare un’emergenza che si pensava, oggi, in parte superata, grazie al vaccino cui si è sottoposta gran parte della popolazione veneziana.

I numeri sono impietosi e frantumano le nostre precarie certezze quando registriamo una media di 350 positivi il giorno e il direttore del Servizio di Igiene e Sanità, Vittorio Selle conferma che oggi si contano 6.836 persone sotto vigile controllo, la cui età media non supera i 42 anni.

I medici confermano che una persona non vaccinata ha sei volte in più la probabilità di infettarsi di una vaccinata. Preoccupa e lascia aperti molti interrogativi la crescita dei bambini contagiati. Che fare? Con 90 ricoveri in area non critica e 18 terapie intensive, i sanitari potrebbero essere aiutati a equilibrare il loro sforzo con l’attivazione di Covid-Ospital, come è avvenuto a Dolo nei momenti di maggior crisi dei contagi, allo scopo di allentare, diluire le presenze negli ospedali, consentendo un maggior respiro ai medici e ai pazienti. Ne trarrebbero tutti beneficio.

Un nodo, che per sbrogliarlo non si sa da che parte tirare lo spago, riguarda i test, i tamponi (9200 tra i molecolari e quelli effettuati in farmacia, negli ultimi 7 giorni con un tasso di positività del 3,6%) che insieme all’obbligo della certificazione verde ha indotto i non vaccinati a richiederlo ogni 48 ore per poter andare a lavorare.

Fa discutere e certamente aumenterà le polemiche la decisione dell’Usl 3 di aver ristretto i luoghi deputati a effettuare il tampone ai non vaccinati, che lo avevano richiesto. Potranno farlo solo a Piazzale Roma e a San Marco. Questa scelta, che ha dimezzato le prestazioni, da 1000 a 500 nell’ultimo mese, stride rispetto un pensiero, sempre più partecipato, che invita ad accogliere i dubbi, le perplessità di chi non si è vaccinato, perché non convinto o per paura.

Più che chiudere, sarebbe meglio aprire un ragionamento, un confronto, un tentativo di persuasione che diventa improbabile di fronte a un respingimento. È pur vero che mancano risorse e personale ma l’Usl 3 nel rispondere negativamente a chi chiede di aprire nuovi punti tampone nelle isole per consentire ai non vaccinati di ottenere la certificazione verde (come del resto auspica la Municipalità di Venezia, Murano e Burano), alza un muro che non aiuterà i non convinti a vaccinarsi.

La campagna vaccinale invece dà buoni frutti e ha subito una grande accelerazione, nelle ultime settimane, anche se mancano all’appello 88mila persone, circa il 15%. Le altre 600mila hanno aderito pienamente all’immunizzazione.
Buoni risultati anche per le terze dosi booster, e per le altre più in generale. Basti dire che solo negli ultimi sette giorni l’Ulss 3 ha somministrato un numero altissimo di inoculazioni, che vanno dalle 4000 alle 7.500 giornaliere.

Le informazioni sui contagi giungono oltre il territorio veneziano e già al Covid Hospital di Jesolo hanno attrezzato il reparto di terapia intensiva, mettendolo a disposizione, qualora fosse necessario, dei pazienti di altri ospedali.
La rassicurazione è giunta dal direttore generale dell’Usl 4, Mauro Filippi, anche lui alle prese, come tutti i suoi colleghi, con il timore di dover sospendere parte dell’attività necessaria ai pazienti. Molti contano sui rinforzi provenienti dall’esercito, che potranno aiutare moltissimo, vista l’ulteriore minaccia della variante Omicron.

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