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Il sindaco di Venezia e le critiche di Le Monde “Cambiare tutto per non cambiare niente”

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Un articolo, una freccia.
Pungente e accompagnato da una letteratura raffinata e lungimirante, con quel pizzico di fascino satirico che i francesi sfoderano sempre al momento giusto, ci giunge, dalle pagine de La Nuova Venezia la notizia dell’articolo pubblicato dal quotidiano Le Monde, che si scaglia con particolare determinazione contro il sindaco Luigi Brugnaro.
E per essere più convincente, scomoda don Fabrizio Corbera, principe di Salina, personaggio inquietante de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che nella celebre frase ‘tutto deve cambiare perché tutto resti come prima’, lo scrittore condanna impietosamente ai posteri.

Le Monde, la Francia, hanno sempre avuto a cuore Venezia, seguono con attenzione e rigore le vicende della laguna e della sua vivibilità.
Sono anche loro, come la gran parte dei residenti, contrari al passaggio delle grandi navi a Venezia e hanno sempre assicurato la loro presenza e il loro contributo durante le manifestazioni in difesa della città.
Dalle pagine del quotidiano francese, si accusa il sindaco Luigi Brugnaro di promettere e poi non mantenere la parola data, proprio come il principe di Salina, scomodato dalla quiete delle pagine del romanzo e dalla sua passione per l’astronomia.
E il riferimento riguarda le navi da crociera “che mettono a rischio una delle più belle e fragili città al modo, patrimonio dell’intera umanità”. E non solo.

Le Monde, scrive che il Sindaco “è divenuto maestro nell’arte del doppio linguaggio, assicurando, all’Unesco e dinanzi ai media internazionali, l’urgenza di inventare un turismo di nuovo genere, ma rassicurando al tempo stesso i lavoratori del porto che nulla sarà fatto al loro danno”.
Poiché ormai il principe di Salina è tra noi, ci accorgiamo che l’accusa, in verità, potrebbe essere estesa anche ad altri soggetti che si occupano di Venezia e che svolgono ruoli di grande responsabilità rispetto le politiche della città. Ne citiamo qualcuno, Il Governo e i suoi Ministeri, all’Ambiente, alle Infrastrutture, il Provveditorato al Porto.

Il Magistrato alle acque, fondato nel 1505, e soppresso dal governo italiano nel 2014, aveva la responsabilità di attuare la difesa della laguna.
Sul palazzo di Magistratura si poteva leggere un’iscrizione latina che si può tradurre così: “La città dei Veneti, per volere della Divina Provvidenza fondata sulle acque e circondata da una cerchia di acque, è protetta dalle acque in luogo di mura: e pertanto chiunque in qualsiasi modo oserà arrecar danno alle acque pubbliche venga condannato come nemico della patria e punito non meno gravemente di chi violasse le sante mura della patria. Il disposto di questo editto sia immutabile e perpetuo”.
Il principe di Salina, cosa avrebbe detto a riguardo?


 

Ha ragione Le Monde quando dice che si dovrebbe inventare una nuova politica del turismo e insieme, aggiungiamo del lavoro, magari offrendo, nel corso del prossimo convegno Unesco le opportunità proposte dalle Università, dagli esperti di urbanistica e architettura, della tecnologia del mare, dal mondo ambientalista in una ricognizione della città, che si vorrebbe abitata dai veneziani e da chi la ama.
È questo insieme culturale che potrà respingere quel che le istituzioni non riescono a difendere.
Le Grandi navi non entreranno più nel bacino di San Marco e in laguna, se la città saprà da che parte stare e con chi condividere la sua ricerca stremata di una civiltà che non chiede altro che essere ritrovata.

L’articolo di Le Monde, riportato meritoriamente da La Nuova Venezia, forse avrebbe potuto scegliere di non scagliare la freccia su un solo avversario. Così, oltre alle citazioni del principe di Salina, caricaturali nei confronti del Sindaco, avrebbe potuto esercitare il sacrosanto diritto di critica, allargando la visuale delle responsabilità. Solo per un senso di giustizia, nient’altro. E per non soccombere a questo sinistro dialogo tratto da il Gattopardo.
“ Principe, anche se lei non ci crede, questo stato di cose non durerà. La nostra efficiente, moderna e agile amministrazione cambierà ogni cosa?”.
“ Non dovrebbe poter durare, ma durerà sempre. Il sempre umano, certo, uno o due secoli, e dopo tutto sarà diverso, ma sarà peggiore.”

Andreina Corso

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. È triste che siano stati i francesi a scrivere questo articolo. Evidentemente agli italiani Venezia non sta a cuore e allora intervenga l’UNESCO e il mondo intero a salvare una città che è patrimonio di tutti e non solo di noi veneziani, laddove chi la amministra non agisce nel suo interesse ma per altri scopi, nel tentativo di non scontentare qualcuno, evitando di prendere decisioni scomode e soprattutto di assumersi delle responsabilità.

  2. …Se Venezia è Patrimonio dell’Umanità i Francesi e tutti gli altri Paesi del Mondo sono pienamente legittimati a suggerire ai Responsabili locali e nazionali il da farsi per la Salvezza della Città. L’intelligenza italiana si assuma tutta intera la responsabilità dell’intervento normativo, e decida per il bene della Nostra – e di Tutti – bella Venezia di oggi è di domani. Grazie a chi opererà come si devede.

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