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Scavi nella laguna di Venezia: le posizioni contrapposte

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Scavi nella laguna di Venezia: posizioni contrapposte fra Ambientalisti e Corila. Ma alla fine della diatriba l’ultima parola l’avrà il VAS (valutazione d’impatto ambientale) che sugli scavi in laguna ha già espresso e motivato il suo giudizio negativo che collima e converge con il pensiero del mondo ambientalista e con gli studi specifici sulla salvaguardia e la morfologia del territorio lagunare. Sullo sfondo, sempre vigile e preminente la questione delle grandi navi.

Le posizioni riguardo gli scavi sono chiare e divisive. Il Corila (Consorzio per il coordinamento degli studi concernenti il sistema lagunare veneziano), asserisce che Il Piano morfologico della laguna e il Protocollo fanghi non danneggiano l’ambiente e non giudica adeguate le critiche di Ambiente Venezia e di Italia Nostra, che esprimono un forte dissenso.

Critiche che riguardano lo scavo dei canali e non solo: questione dirimente se si considera che l’ultimo Protocollo fanghi risale al 1993 e il Comitato tecnico del Provveditorato al Porto ne chiede la revisione, per una nuova classificazioni dei fanghi stessi, che dovrebbe giungere a breve.

Ambiente Venezia rimarca che il Piano morfologico studiato dal Provveditorato alle Acque e dal Consorzio Venezia nuova, avrebbe dovuto tener presente il porto off-shore sancito dal decreto legge 45 e per non consentire che si scavino canali per gli approdi temporanei a Marghera che danneggerebbero l’ecosistema lagunare. Corila ribatte, attraverso l’ingegner Pierpaolo Campo strini, che lo scavo dei sedimenti è legittimo perché permetterebbe di costruire barene artificiali proprio utilizzando i fanghi estratti dai canali scavati che proteggerebbero dall’erosione. Se la vedranno a pieno titolo i Ministeri della Transizione ecologica e Infrastrutture.

Italia nostra e Ambiente Venezia non sono d’accordo sullo scavo del canale dei Petroli e con nessun altro scavo perché ferirebbe la laguna, che va invece difesa e tutelata. Il ministero all’Ambiente, del resto, ha già giudicato negativamente il piano, e l’ha dimostrato con le direttive espresse nei due decreti la scorsa estate, attuati per non consentire alle grandi navi di percorrere la laguna (tutta) di Venezia.

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4 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Credo che bisogna far coesistere più realtà nella stessa realtà; quindi le persone che hanno le competenze per gestire le svariate problematiche; dovrebbero trovare un punto d’incontro; per un piano sostenibile per ridurre il più possibile le varie criticità; perché questo possa salvaguardare le varie realtà che esistono all’interno della laguna e le varie filiere legate ad essa; in una convivenza rispettosa di tali realtà; in primis la città (più bella del Mondo) Venezia e la sua laguna…..; così per tutto il resto a seguire; turismo ristorazione; pesca…ecc. ecc. …; altrimenti ci vogliono decisioni estreme radicali.

  2. Sono contro qualunque scavo se non quelli di manutenzione ordinaria. Sarebbe un disastro per la laguna di Venezia. Se vogliamo costruire un terminal, lo facciano in mare fuori dal Lido di Venezia. La Laguna non può morire per fare passare navi.

  3. Con gli scavi si peggiorerebbe la situazione del caranto, il “catino” sul quale si regge Venezia .
    Se si aumentano i buchi nel caranto (che verso Marghera risale a soli 3 m) si aumenta inevitabilmente la velocità della subsidenza .

  4. Concordo pienamente con la posizione di Italia Nostra e Ambiente Venezia, ma come sempre gli interessi di Alcuni sono altri. Spero ardentemente che venga scelta la soluzione del Porto off shore. Venezia e il suo ambiente sono stati abbastanza violati.Basta!

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