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Il veneziano Renato Brunetta ministro del governo Draghi

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Il veneziano Renato Brunetta ministro del governo Draghi.
Ci sono quattro veneti: un veneziano, una vicentina e due bellunesi nella squadra dei ministri nominati nel Governo Draghi.
I ministri veneti sono: l’alto funzionario bellunese Daniele Franco all’Economia, Federico D’IncĂ  ai Rapporti con il Parlamento, il veneziano Renato Brunetta (Forza Italia) alla pubblica amministrazione e la vicentina di Trissino Erika Stefani (ex ministro agli Affari regionali con Salvini premier) alle disabilitĂ .
Questi ultimi due ministri senza portafoglio.

Tra i nomi scelti dall’ex presidente della Bce per guidare l’Italia, si diceva, c’è il veneziano Renato Brunetta, di Forza Italia, nominato ministro alla Pubblica amministrazione, e la senatrice leghista di Trissino Erika Stefani, a cui è stato affidato il ministero “alle disabilità”, dicastero senza portafoglio.

Il veneziano Renato Brunetta, di lunga carriera politica, è un economista, accademico e giornalista, ha una formazione socialista e nel 2008 aveva giĂ  ricoperto la carica di ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nel quarto governo Berlusconi.

Nel 1999 è entrato a far parte dello schieramento di Forza Italia in qualità di deputato al Parlamento Europeo.
Nel 2000 è stato candidato a sindaco di Venezia per il Polo per le Libertà, sconfitto dal candidato del centrosinistra Paolo Costa, e alle amministrative di marzo 2010 è stato nuovamente candidato sindaco di Venezia per il Popolo della Libertà, battuto al primo turno dal candidato del centrosinistra Giorgio Orsoni.

Ha collaborato in qualitĂ  di consigliere economico con i governi Craxi I, Craxi II, Amato I e Ciampi.
Con Brunetta sono tre i nomi degli “azzurri” nel nuovo governo Draghi: tre dicasteri vanno a esponenti della Lega, tre a Forza Italia e tre al Pd. Tutti partiti che nel 2018 avevano eletto circa lo stesso numero di parlamentari.

Con questa nomina il veneziano torna a Palazzo Vidoni, Brunetta avrĂ  infatti il compito di gestire il ministero alla Pubblica amministrazione e con l’emergenza sanitaria molto è cambiato con la necessitĂ  della messa a regime dello smart working e l’incrementazione dell’attivitĂ  digitale: nuove modalitĂ  di gestire ed erogare servizi, di organizzare le attivitĂ  lavorative.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. NON CE LO VOGLIAMO HA GIĂ  FATTO TANTI DANNI AI LAVORATORI DIPENDENTI DELLA PA ….A CAUSA DEL SUO DECRETO DEL 2008 HA FATTO LICENZIARE DIVERSI DIPENDENTI ALCUNI DEI QUALI SI SONO SUICIDATI …..TOGLIETELO DI MEZZO PRIMA CHE FACCIA ALTRE VITTIME INNOCENTI …

  2. La pubblica amministrazione. gioia e delizie della nostra vita quotidiana, naturalmente ironico, per prima cosa se io fossi il Professore Brunetta Renato, che al contrario di tanti miei concittadini apprezzo, pur essendo abbastanza lontano dalle sue idee, dicevo la prima cosa dovrebbe essere di obbligare lo smart working a tutti gli over 60, almeno fino a quando non saremo sicuri che prendere un mezzo pubblico non sia sicuro, poi andrei al catasto per una ricerca o farmi rilasciare un documento, oppure richiedere on line uno “stato di famiglia”, magari procurarmi l’ISEE alle poste, provare a compilare una dichiarazione dei redditi on line, magari provare ad avere informazioni su una licenza edilizia, o fare un piccolo ampliamento, etc. capisco che sono posti di lavoro, ma da qualche parte bisogna cominciare, se vogliamo salvarci, come , per esempio, superare il labirinto, dimora, domicilio, dimora fiscale, prima e seconda casa, che ancora oggi vede i coniugi dal punto di vista legislativo estranei, non parenti, e non si capisce se la residenza ha piĂą valore della convivenza. Piccole cose di tutti i giorni che considerano il cittadino suddito e non uomo libero, lo stato deve essere a disposizione e non viceversa.

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