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Quarta dose: Israele sperimenta ma ha tirato il freno, la campagna non è partita

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Quarta dose: Israele sperimenta su professore e infermiera. Parte la sperimentazione a Tel Aviv per registrare la risposta immunitaria, soprattutto in funzione Omicron.
Ad avere la palma di primo vaccinato con la quarta dose è stato un professore dell’ospedale Sheba di Tel Aviv, Jacob Lavi. Mentre la prima donna è stata un’infermiera dello stesso nosocomio, Orna Rahminov. Entrambi fanno parte dello studio – il primo al mondo – avviato dal nosocomio su 150 persone del suo staff sanitario per verificare da subito l’efficacia della quarta dose.

Il secondo booster è la scelta del governo di Israele per salvaguardare le fasce a rischio della propria popolazione, anche se la campagna su larga scala, che sarebbe dovuta partire nei giorni scorsi, è in stand by per ulteriori verifiche.
Secondo i media, il direttore generale del ministero della Sanità Nachman Ash potrebbe decidere entro la fine di questa settimana.
Ancora incerto il target, ovvero se partire dagli over 60 o dagli over 70.

Proprio lo studio dello Sheba – ha spiegato la professoressa Gili Regev-Yochay, che dirige la ricerca ed è a capo dell’Unità epidemiologica delle malattie infettive dell’ospedale – “saggerà gli effetti della quarta dose sul livello di anticorpi per quanto riguarda la prevenzione del contagio e controllerà la sicurezza”. Il problema principale è dunque la durata degli anticorpi generati dalla terza dose e la loro efficacia di copertura. Non a caso oggi – in concomitanza con l’avvio dello studio – Israele ha deciso di anticipare da 5 a 3 mesi la terza iniezione rispetto alla seconda.

Tutto questo dopo l’arrivo della variante Omicron che allo stato attuale rappresenta il 25% dei contagi in Israele e si riproduce con grande velocità. “A quanto so – ha detto il professor Lavi – sono la prima persona in salute al mondo a ricevere il quarto vaccino”. E subito dopo la somministrazione del secondo booster ha aggiunto di “sentirsi bene”. “Onorata di essere stata scelta”, ha commentato dal canto suo l’infermiera Rahminov sul sito Facebook dell’ospedale aggiungendo di “avere piena fiducia nei vaccini” e nell’operato di Regev-Yochay.

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