Pfas in tratti del Po? I consiglieri regionali del Coordinamento Veneto 2020 Patrizia Bartelle (Italia in Comune), Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Cristina Guarda (Civiva per il Veneto), tornano all’attacco per chiedere lo screening nella provincia di Rovigo dopo il rapporto Arpav.
“Secondo il rapporto di Arpav – scrivono i consiglieri – ci sarebbero i Pfas in tratti del Po la cui acqua viene potabilizzata, la Regione amplierà lo screening?”
“Nel maggio 2019 avevamo presentato una interrogazione, la Iri n. 760 – ricordano i tre – per chiedere che, in seguito ai ritrovamenti di PFAS nel rodigino, lo screening fosse ampliato a tutti i residenti in Veneto”.
“La Giunta ci aveva risposto – proseguono i consiglieri – di non ritenere sussistenti i presupposti per giustificare l’estensione dello screening”.
“In seguito, nell’ottobre del 2019, nel corso di un seminario, Arpav aveva evidenziato un parallelismo tra Miteni e la realizzazione di nuove discariche le quali, se collocate in zone di ricarica degli acquiferi, comportano il rischio di percolazione e quindi di contaminazione da PFAS delle falde. Avevamo quindi presentato un’altra interrogazione, la Iri n. 837, per chiedere alla Regione, ancora una volta, se non fosse opportuno ampliare lo screening Pfas a tutti i veneti.”
“Ancora una volta – proseguono Bartelle, Ruzzante e Guarda – la Regione ha ritenuto non sussistenti i presupposti perché le soglie limite sono ‘PFOA+PFOS inferiore o uguale a 90 ng/l di cui il PFOS non superiore a 30 ng/l ed i valori della somma degli altri PFAS inferiore o uguale a 300ng/l”
“Eppure la tabella n. 9.1. di pagina 184 del rapporto acque 2018 di ARPAV (pubblicato quell’ottobre 2019) evidenzia come nelle stazioni che di rilevamento n. 229, 227 e 347, tutte in Provincia di Rovigo, siano state identificate come siti non conformi”
I consiglieri stamani hanno presentato un’altra interrogazione sull’argomento.
“Ci chiediamo quindi se alla luce di queste risultanze – concludono – non sia il caso di estendere lo screening quantomeno si residenti delle zone in cui l’acqua potabile è attinta da questo tratto del Po. E lo chiediamo – concludono Bartelle, Ruzzante e Guarda – anche alla Giunta con una interrogazione che abbiamo depositato questa mattina”.