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Patteggiati tre anni per aver investito e ucciso le due amiche di Preganziol: correva e aveva bevuto

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Mara Visentin e Miriam Cappelletto, le due amiche di Preganziol, in provincia di Treviso, di 63 e 51 anni, forse non si sono accorte di nulla, sono morte sul colpo dopo che sulla loro auto è piombata quella Ronnie Levacovic lungo la strada del Terraglio. Levacovic, giovane di etnia rom di 25 anni, ha patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione per quelle due morti.

I familiari delle vittime hanno scelto di non commentare la sentenza. Tuttavia, il legale della famiglia di Mara Visentin, Andrea Piccoli dello Studio 3A, ha rilasciato un comunicato in cui afferma: “Non commenterò la durata della pena, che è diretta conseguenza del procedimento alternativo scelto dalla difesa. L’importante è che sia stata riconosciuta la piena responsabilità penale dell’imputato, cosa che è avvenuta”.

Le famiglie delle due vittime sono state integralmente risarcite dall’assicurazione, cosa che le esclude dal processo e preclude ogni futura azione civile. Secondo l’avvocato di Ronnie Levacovic, Francesco Murgia: “E’ stato un buon esito raggiunto senza gettare alcuna ombra sulla condotta delle due povere vittime. Abbiamo chiesto sin dall’inizio che il processo si svolgesse senza alcun pregiudizio”.

La difesa di Levacovic, nonostante gli esiti dell’analisi cinematografica disposta dal pm Giulio Caprarola, titolare del fascicolo sul duplice omicidio colposo aggravato da guida in stato di ebbrezza ed eccesso di velocità, non ha mai rivendicato la corresponsabilità. La sentenza è stata determinata analizzando le circostanze e considerando che Ronnie Levacovic non aveva precedenti penali.

L’INCIDENTE
Il 24 marzo dello scorso anno, Levacovic stava guidando la sua BMW a 125 chilometri orari quando ha tamponato la Citroen C1 delle vittime in un tratto di strada dove il limite di velocità era di 90 chilometri orari. Il suo livello di alcol nel sangue, dopo essere stato ricoverato in ospedale per le gravi ferite riportate nell’incidente, è risultato positivo con un valore pari a 1. 05 grammi per litro, poco più del doppio del limite di legge e superando di 0,25 grammi la soglia degli 0,8 che separa le infrazioni stradali da quelle amministrative a quelle penali.

Dopo l’incidente, il figlio di Mara Visentin ha raccontato: “Mia madre indossava sempre la cintura di sicurezza, anche quando faceva manovra in cortile. Sono sicuro che la indossava anche quella notte”. I vigili del fuoco, che sono stati i primi soccorritori sul posto, hanno anche notato nel loro rapporto di aver estratto le due donne “con le cinture di sicurezza ancora allacciate”. Tuttavia, durante le indagini, è emerso che le cinture di sicurezza erano allacciate dietro la schiena per evitare che suonasse l’allarme dell’auto. La perizia del pubblico ministero ha infine stabilito che anche se le vittime avessero indossato correttamente le cinture di sicurezza, non sarebbero sopravvissute allo schianto contro il ponte di cemento dove la loro auto è stata lanciata dopo l’impatto.

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  1. nei casi di omicidio stradale il condannato non farà un solo giorno di galera, riavrà la patente prima o poi, sarà tutto dimenticato, tutto perdonato. sfortunate le vittime che hanno incrociato l’incoscienza alla guida dell’auto.

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