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Papa Francesco scaccia i mercanti dal Tempio

Il Presidente del Tribunale Vaticano ha disposto il giudizio di dieci imputati per gli investimenti della Segreteria di Stato a Londra.

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La cacciata dei mercanti dal Tempio è uno degli episodi della vita di Gesù, raccontato in maniera simile da tutti e quattro gli Evangelisti.
Si racconta che Gesù, appena giunto a Gerusalemme, andò al Tempio e vi trovò mercanti di animali e cambiavalute seduti al banco: cacciò fuori tutti e rovesciò i tavoli.
Gli Evangelisti riportano le parole di Gesù mentre scacciava i mercanti: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti. Ma voi ne avete fatto un covo di ladroni».
Pur con le dovute proporzioni e le differenze storiche dei personaggi coinvolti, quanto pubblicato il 3 luglio dalla Sala Stampa Vaticana fa pensare proprio ad una cacciata dei mercanti dal tempio della Santa Sede.
Pur con un linguaggio sobrio e professionale, la Santa Sede ha pubblicato un comunicato che sembra una rivoluzione.

Per la prima volta nella storia, il Presidente del Tribunale Vaticano ha disposto la citazione a giudizio di un cardinale e di nove persone appartenenti alla struttura della Segreteria di Stato (figure che hanno guidato organismi di controllo Vaticani come l’Autorità di Informazione Finanziaria), nonché di società e personaggi attivi nel mondo della finanza internazionale.
Le accuse sono pesantissime, e vanno dal peculato alla corruzione, all’estorsione, al riciclaggio, alla truffa, all’abuso d’ufficio, al falso in atti pubblici e in scritture private.
Con decreto firmato il 3 luglio, il Presidente del Tribunale Vaticano ha disposto la citazione a giudizio di dieci imputati nell’ambito della vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra.

Il comunicato della Santa Sede precisa che le indagini sono state avviate nel luglio 2019 su denuncia dell’Istituto per le Opere di Religione e dell’Ufficio del Revisore Generale, e hanno visto piena sinergia tra l’Ufficio del Promotore e la sezione di Polizia giudiziaria del Corpo della Gendarmeria.
Le attività istruttorie sono state compiute in stretta e proficua collaborazione con la Procura di Roma ed il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (G.I.C.E.F.) della Guardia di Finanza di Roma.
Apprezzabile anche la cooperazione con le Procure di Milano, Bari, Trento, Cagliari, Sassari e le rispettive sezioni di polizia giudiziaria.
Le attività istruttorie – che si sono svolte con commissioni rogatoriali anche in Paesi stranieri (Emirati Arabi, Gran Bretagna, Lussemburgo, Svizzera, Slovenia) – hanno permesso di portare alla luce «una vasta rete di relazioni con operatori dei mercati finanziari che hanno generato consistenti perdite per le finanze vaticane, avendo attinto anche alle risorse destinate alle opere di carità personale del Santo Padre».

Il Comunicato si conclude sottolineando che «l’iniziativa giudiziaria è direttamente collegabile alle indicazioni e alle riforme di Sua Santità Papa Francesco nell’opera di trasparenza e risanamento delle finanze vaticane; opera che, secondo l’ipotesi accusatoria, è stata contrastata da attività speculative illecite e pregiudizievoli sul piano reputazionale nei termini indicati nella richiesta di citazione a giudizio».

(Antonio Gaspari, direttore www.orbisphera.org)

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