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Panevin e polveri sottili: polemiche e diffide

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L’aria resta di pessima qualità. Il Comune di Venezia è passato al livello “arancione” a causa del superamento della concentrazione di PM10. Decisione che prevede modifiche alla circolazione degli autoveicoli.

Si parla di smog e inquinamento, ma è inutile ignorare che il tema del giorno sono i tradizionali falò che, in ordine sparso, vengono accesi nelle campagne delle province a scopo propiziatorio secondo la cultura rurale.

Sui ‘famigerati’ Panevin giungono solo notizie frammentarie, non si sa di controlli e di posizioni ufficiali delle ‘autorità’. Ad eccezione di quella del Governatore Luca Zaia che ieri ha candidamente confermato: “I Panevin non fanno male, ci vanno anche i medici”.

Improvvisamente il tema è tornato prepotentemente di attualità però, a causa delle nuove limitazioni del traffico e dei rilievi dell’Arpav che danno il superamento dei valori consentiti con troppo abbondanti eccessi: picchi di Pm 10 di oltre il doppio dei limi di legge, 6 giorni consecutivi di superamento dei limiti di PM 10 in tutte le centralina della provincia di Venezia.

Tutti effetti che cittadino veneziano prof. Fabio Mozzato aveva inutilmente previsto e segnalato. Inutilmente, dato che i panevin sono comunque stati tollerati un po’ ovunque.

Lo stesso prof. Mozzato – sempre impegnato sul fronte di inquinamento e smog – ha dunque inviato un’altra diffida con oggetto: “Nuova richiesta tempestivo decisivo intervento di divieto accensione Panevin – Provincia di Venezia-rischi per la salute: diffida contro i falò dell’Epifania “Panevin” in Veneto”.

Questo il testo.

Illustrissimi,

in seguito a mia diffida inoltrata il 3.1.2020 alle istituzioni competenti, contenente anche un appello al Signor Prefetto di Venezia affinché non si aspetti di soffocare per 11 giorni consecutivi con le polveri PM 10, ma si prenda un provvedimento secondo il principio di precauzione e di prevenzione,
disponendo il divieto di accensione dei falò dell’Epifania (denominati anche Panevin) in tutto il territorio della Provincia di Venezia, allarmano le deroghe tramite le quali, da come leggo sulla stampa, pare che Comuni, Regione, Ulss ed istituzioni competenti intendano comunque autorizzare detti falò, e questo rappresenta secondo me un atto gravissimo che attenta alla salute dei cittadini, degli anziani e dei neonati.

Con la presente quindi si rinnova la richiesta al signor Prefetto di porre il blocco totale ai falò dell’Epifania (detti anche Panevin) quantomeno nella Provincia di Venezia, e in particolare all’interno del Comune di Venezia (visti anche i continui picchi di biossido di Azoto rilevati a Venezia – Rio Novo da Arpav, sotto riportati, con valori di oltre quattro volte il limite medio annuo).

Si rinnova inoltre la diffida a Comune di Venezia, Regione del Veneto, Ulss 3 Serenissima, Città Metropolitana di Venezia, ciascuna per quanto di propria competenza, affinché adottino adeguati provvedimenti di divieto di accensione di detti falò nei territori di propria competenza.

Con l’occasione ci si chiede quali siano gli organi di vigilanza, con quali modalità, e come possano essi essere presenti in ogni falò acceso nel territorio Veneto che dovrebbero limitare, come leggo nella stampa, gli stessi all’altezza di due metri… (come se fosse un problema di altezza e non, ad esempio, di materiali bruciati, di durata dei falò o di numero degli stessi).

Certi che la cittadinanza saprà ben più apprezzare un provvedimento di blocco piuttosto che di permesso ad intossicare l’aria dell’intera Pianura Padana, in attesa di cortese pronto riscontro, e comunque entro i termini della L.241/90, porgo distinti saluti.

Prof. Fabio Mozzatto

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