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Protesta No Vax per l’obbligo del Green Pass sui treni

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Protesta No Vax a Mestre contro l’obbligo del Green Pass per salire sui treni.
I No Green pass vogliono bloccare le stazioni ferroviarie di oltre 50 città italiane e nel volantino diffuso sui social è indicata anche la stazione di Mestre a Venezia.

Scatta domani, 1 settembre 2021, l’obbligo del Green pass per viaggiare sui convogli, sugli aerei e sulle navi a lunga percorrenza, oltre che per andare a scuola. Avvisi luminosi nelle stazioni ferroviarie italiane, in queste ore, stanno avvertendo i viaggiatori della nuova disposizione in vigore da domani, e ci sarà pugno duro contro le manifestazioni di protesta che mirano a bloccare il pubblico servizio.
Una mobilitazione, quella di domani pomeriggio annunciata sui canali telegram dei No Vax, che coinvolgerebbe oltre 50 stazioni ferroviarie italiane, quelle delle principali città come Roma, Torino, Milano, Genova, ma nell’elenco compare anche Mestre a Venezia. Una protesta che viene definita “pacifica e autogestita”, ma che sarà seguita dalle forze dell’ordine con molta attenzione per i timore di momenti di tensione e violenza.

Il tono del volantino che in questi giorni è stato diffuso sui social da parte dei No vax e No Green pass è chiaro: “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno”, la promessa dei manifestanti, che si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio di domani davanti alla stazione di Mestre, per poi entrare mezz’ora dopo negli scali ferroviari e restare “fino a sera”.
In queste ore arriva la dura risposta del Viminale contro chi proverà a creare disordini o rallentare il pubblico servizio, preoccupano infatti eventuali ripercussioni di ordine pubblico che rischiano di sfociare in violenza. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso “la più ferma condanna per gli attacchi mossi con toni inaccettabili sulla rete contro esponenti di Governo, politici, medici e giornalisti in relazione al green pass e alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. Tutti questi episodi sono oggetto di indagini da parte della polizia giudiziaria – continua -. Non verranno tollerati minacce e inviti a commettere reati utilizzando il web e non saranno ammesse illegalità in occasione delle iniziative di protesta nei pressi delle stazioni ferroviarie pubblicizzate sulla rete per domani”.

Una linea che sposa anche il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, che con un tweet commenta le minacce di blocco della circolazione ferroviaria dei gruppi no-vax: «Se qualcuno domani arrecherà disagi alla circolazione ferroviaria bloccando le stazioni, andrà incontro ad una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Un conto è manifestare pacificamente, altra cosa è creare disagi alle altre persone, commettendo di fatto un reato. Dovremo essere intransigenti».

Anche le sigle sindacali si oppongono e condannano qualsiasi tentativo di impedire il pubblico servizio: “Diciamo no alle minacce di bloccare i treni domani, 1 settembre, nelle maggiori stazioni italiane”. Ad affermarlo unitariamentela Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, evidenziando che “auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta”. Secondo le organizzazioni sindacali “i rischi connessi a una simile protesta sono evidenti e serve un piano di sicurezza per tutelare lavoratori e utenti”.

Le proteste no va e no green pass sono state organizzate sui canali social, gli stessi sui quali viaggiavano insulti e commenti violenti contro i rappresentanti delle istituzioni. Un clima sempre più rovente, dopo le aggressioni e le minacce dei giorni scorsi a giornalisti, militanti M5s e all’infettivologo Bassetti.
È in via di definizione l’identificazione, da parte delle forze dell’ordine, della donna che sabato sera durante la manifestazione no green pass di Roma ha aggredito verbalmente e fisicamente la giornalista Antonella Alba mentre cercava di documentare la protesta.

Tra le altre, particolarmente violente sono state le minacce dei No vax e No green pass al ministro Di Maio: “Un altro infame da giustiziare”, “è necessario il piombo”, “devi crepare”. Acune delle frasi che sono apparse in alcune chat Telegram contro il ministro.

A scatenare tanto odio sarebbero state le dichiarazioni di Di Maio a favore della campagna vaccinale anti-coronavirus. Il ministro era infatti tornato sul tema dei vaccini anti-covid proprio in questi giorni e aveva precisato come “non solo tutto l’arco politico deve condannare le violenze che stiamo vedendo da parte di sedicenti No Vax, che stanno manifestando con forme inaccettabili. Ma faccio anche un appello a tutte le forze politiche: non bisogna soffiare sul fuoco”. E ancora: “Non bisogna lasciar pensare a qualcuno che si può permettere di utilizzare violenza, minacciare medici, professori universitari che si battono per le campagne vaccinali. Si è arrivati all’assurdo ed è meglio che come panorama politico blocchiamo questa degenerazione e diciamo parole chiare”.

Posizioni che hanno scatenato le reazioni violente da parte dei fanatici, alcuni partecipanti ai gruppi Telegram hanno infatti commentato le dichiarazioni con messaggi di odio e minacce: “Lo impalerei in pubblica piazza”, “ti veniamo a prendere”, “ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo”. E c’è anche chi si spinge oltre sui social, arrivando a dire che la “soluzione finale” consista nel “procurare attentati dislocati nei luoghi di potere, in simultanea”.

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