Norman Atlantic, il traghetto che in mare ieri mattina ha preso fuoco, era partito sabato notte da Patrasso, in Grecia. La prima tappa era Igoumenitsa, la seconda, alla quale non è mai giunto, era Ancona.
Il Norman Atlantic, a 13 miglia dalle coste albanesi e a 35 da quelle italiane, all’alba, ha avuto un incendio a bordo. Una delle calamità peggiori per il comandante di una nave.
L’incendio nella nave è scoppiato nei locali del garage semicoperto del primo ponte, a quanto si dice forse causato da un tir frigorifero. Da quel momento si comincia a parlare di soccorsi, ma il vento era a 100 km orari, con un mare forza 8. Un inferno che il comandante, l’italiano Argilio Giacomazzi, sempre rimasto a bordo, prova a gestire.
L’incendio scoppiato nel garage del ponte si è subito allungato verso le cabine, non molto distanti. I passeggeri sono stati portati a prua. Intanto le fiamme sono arrivate anche alla plancia di comando, presto abbandonata. Il comandante Giacomazzi ha continuato a gestire l’emergenza e ordinato l’abbandono della nave. Sul traghetto, però, c’erano solo due scialuppe, da circa 150 posti, tra l’altro impossibili da calare perchè – pare – funzionanti solo con meccanismi elettronici.
Le operazioni durano per tutta la notte, nonostante il buio. «Si mette male. Si è spezzato anche il secondo cavo. C’è molto fumo. I passeggeri sono in preda al panico e presto si getteranno in mare» è il messaggio di un rimorchiatore che per la terza volta prova ad agganciare la nave.
Alla fine, mentre le fiamme tornavano a divampare lasciando uno spazio sempre più esiguo sulla prua ai passeggeri, i soccorritori hanno deciso di far scendere i passeggeri da una biscaggina, una scala di corda, con le motovedette sotto, a fare la spola.
A bordo i passeggeri della Norman Atlantic hanno gridato, pianto, qualcuno ha pensato di gettarsi in mare per sfuggire alle fiamme (vi è la notizia di un deceduto greco non ancora confermata).
Alle 5.02 erano partiti i due primi elicotteri da Brindisi e uno dalla Grecia. Le navi mercantili sono state subito fatte confluire in zona. Sono arrivati i rimorchiatori, ma a causa del vento e del mare poco è stato possibile fare. Quando fa buio i messaggi che arrivano ai media sono disperati: «Non possono portarci via. Il tempo è brutto non possono salvarci. Abbiamo problemi con il fumo. Moriremo soffocati o di freddo». I tentativi continuano per tutta la notte.
Mario Nascimbeni
[29/12/2014]
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