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Musei Civici chiusi fino ad aprile, l’Associazione Piazza San Marco: “Chi pagherà?”

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Sulla chiusura dei musei civici a Venezia fino ad aprile, a causa dell’emergenza sanitaria, interviene anche l’Associazione Piazza San Marco con una dichiarazione del presidente Claudio Vernier.
(Riceviamo e pubblichiamo)

“Visto che la Venezia insulare abbiamo constatato vivere di monocultura turistica, il chiudere i Musei Civici fino ad aprile implica che l’amministrazione comunale è ben consapevole che sicuramente non ci saranno visitatori e quindi immaginiamo che si farà carico di tutte le spese, le tasse, imposte, affitti di tutte le aziende che sono sul territorio almeno fino a quel momento.
Perché è evidente che se si decide che la città non val la pena sia essa stessa aperta, accogliente e fruibile, si sta dicendo che le attività – che su questo luogo generano ricchezza e lavoro grazie al turismo – non ha alcun senso che stiano aperte. A rigor di logica, non appare necessario quindi per l’amministrazione che queste attività

paghino nulla per servizi e quant’altro di cui non ha senso usufruiscano.
Tanta mancanza di visione e di sensibilità nei confronti della cultura, di cui Venezia è impregnata e custode, ci fa impallidire e ci preoccupa. Chiediamo con forza che questo tipo di decisioni non solo vengano prese in concerto con le tante realtà veneziane ma che si pensi anche alle ricadute che certe decisioni possano avere su tutto il comparto produttivo nel momento in cui vengono esternate.
Si pensa a salvaguardare il bilancio di una Fondazione che fa un sevizio essenziale per la città a discapito di tutto il tessuto produttivo e a danno anche dello Stato, che deve comunque pagare la cassa integrazione:

Venezia non è un’azienda.
Siamo soddisfatti dell’apertura di oggi del vicesindaco Tomaello.
I lavoratori di un museo non sono solo quelli che lo aprono o che ne controllano le sale ma soprattutto quelli che si prendono cura delle collezioni e che proprio in questo momento possono dedicarsi ad una manutenzione più minuziosa del grande patrimonio che essi custodiscono.”

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. … a me pare che qualcuno si preoccupi dei musei solo perché sono in Piazza San Marco, quindi i visitatori poi possono portare i famosi “schei” agli associati di Piazza San Marco. Non ho mi visto questi signori preoccuparsi non tanto dei musei, quanto dei lavoratori, delle loro tutele, del loro contratto di lavoro, del cambio di appalto, del rischio licenziamento, del fatto che mi pare siano stati pure precettati in occasione di uno sciopero per… “motivi di ordine pubblico” (???) …
    Quindi mi pare solo un’invasione di campo tutt’altro che disinteressata.
    Io mi preoccuperei invece di verificare le condizioni magari dei lavoratori di alcun negozi (magari associati…) in Piazza San Marco, , del rispetto di orario e contratti, di diritti, maternità, ferie, permessi per assistenza familiari con disabilità, ecc.
    Mi giungono voci di personale vessato, deriso, sotto pressione se non ricatto, specie se straniero, e magari irregolare, con straordinari non regolari ecc.
    Questa volta devo ammettere che senza turisti, i musei, come tante altre attività, purtroppo non ha senso lasciarli aperti.
    Quanto alla “manutenzione più minuziosa” da effettuare col personale dei musei, non so quante competenze essi possano avere per intervenire su reperti ed opere d’arte: credo che questo lo possano fare prevalentemente restauratori o archeologi.
    Trovo assurdo infine sentire sempre piagnistei di milionari, nonostante ricevano pure soldi di indennizzo da parte dello Stato coi soldi dei cittadini (o meglio, di quelli che pagano tutte le tasse…), mentre chi attende ancora i soldi della cassa integrazione, o chi ,come tanti musicisti che non ce l’hanno (ma a loro viene dato poco risalto perché non si presentano a piangere in Piazza San Marco col Sindaco…), è costretto magari a recarsi al Banco Alimentare…
    A me sembra un’indecenza! Ci vuole coraggio…
    Prof. Fabio Mozzatto – “Veneziano D.O.C.”

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