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Mose, Spitz: su quota sollevamento decide Venezia. Presto la manutenzione provvisoria

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Mose, Spitz: su quota sollevamento decide Venezia.
Sull’opera che difende Venezia dall’acqua alta “il tema del futuro è lavorare a un progetto di gestione che tenga in dovuta considerazione un piano di manutenzione programmata al fine di far durare l’opera il più a lungo possibile”. Lo ha detto il Commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, intervenendo ad una tavola rotonda sul tema promossa dal Consiglio nazionale degli ingegneri.
“Il tema della sua gestione nel tempo – ha proseguito – va affrontato oggi. La complessità tecnica

dell’infrastruttura richiede una fase di programmazione della manutenzione molto efficace. È un’opera immersa nell’acqua e per questo gli interventi manutentivi devono essere attenti per consentirne l’efficienza nel tempo. La prima cosa su cui lavorare è la manutenzione provvisoria, che deve essere avviata a breve”.
Tra i punti affrontati, per le ricadute sull’economia e su Venezia, le risorse e la quota di sollevamento delle paratoie.
“È importante ricordare che le risorse complessive per completare il Mose ci sono” ha sottolineato Spitz, che sulla quota di marea per decidere il sollevamento ha precisato:

“le barriere possono essere sollevate a qualsiasi quota, ma la decisione della quota di sollevamento spetta alla comunità locale, agli stakeholder e agli organi che devono assumere questa decisione”.
“La quota di 130 centimetri – ha aggiunto – è assunta oggi ma nel momento in cui le opere del Mose saranno concluse, rendendo l’infrastruttura pienamente pubblica si potrà decidere la quota più idonea anche in funzione degli interventi di marginamento che saranno posti in essere. Se si faranno interventi locali in contemporanea al suo funzionamento, progressivamente la quota di sollevamento potrà anche essere innalzata”.

Al convegno on-line dal titolo “Grandi opere, Mose e infrastrutture”, promosso dal Consiglio Nazionale Ingegneri, Ordine Ingegneri Venezia, Collegio Ingegneri Venezia e Federazione Ordini Ingegneri Veneto, hanno preso parte esponenti politici, tecnici, dirigenti di aziende pubbliche, rappresentanti di associazioni. Non è stato solo l’occasione per evidenziare prospettive e criticità del sistema di dighe mobili, ma anche per fare un punto aggiornato sull’avanzamento dei lavori.
E’ emerso che i test sul Mose stanno dando risposte positive, confermando l’efficacia del progetto e la funzionalità dell’opera: sarà completato nel dicembre prossimo, 18 anni

dopo l’avvio dei cantieri.
Un tempo, è stato sottolineato in vari interventi, sicuramente molto lungo, ma in linea con quello occorrente per realizzare grandi opere pubbliche in Italia, visto che la media è di circa 20 anni. All’efficacia del progetto ed alla funzionalità dell’opera viene infatti purtroppo dedicata un’attenzione minore di quella riservata agli aspetti legislativi, autorizzativi e finanziari; inoltre, a lavori conclusi, non si pone in modo appropriato il problema della qualità e della durata, dei costi di esercizio e di quelli di manutenzione.
Anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è intervenuto

all’incontro: “E’ un’opera – ha ricordato il primo cittadino – di cui sono stato sempre, personalmente, un grande sostenitore, perché rappresenta una risposta concreta agli effetti dei cambiamenti climatici, che sulla nostra città sono devastanti. Dopo ‘l’Aqua granda’ del 12 novembre 2019 siamo riusciti a velocizzare la sua entrata in funzione, e ora è indispensabile completarlo. Un passo importante da compiere subito è però anche quello di sbloccare una parte dei finanziamenti, per poter dare ossigeno alle tante imprese che ci lavorano, con i loro 1500 dipendenti, e che stanno boccheggiando. Ma accanto al completamento del Mose, e alla sua entrata automatica in funzione ogni qualvolta la marea supererà i 110 centimetri, bisogna risolvere al più presto altre grandi problematiche”.

“Penso alla città – ha aggiunto Brugnaro – abbiamo chiesto che venga rifinanziata, con 150 milioni ogni anno per un decennio, la Legge Speciale per Venezia, per portare a termine l’escavo dei rii e realizzare finalmente un sistema fognario. Penso al territorio, con la realizzazione di bacini di laminazione che regolino l’afflusso delle acque piovane in laguna per evitare alluvioni; penso a Porto Marghera, con lo scavo dei canali di accesso, ma anche con una decisione definitiva su dove far approdare le navi da crociera.”

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  1. Il funzionamento del Mose ha dato un grande respiro di sollievo a tutti! Ora un altro importante tassello mancante è certamente la realizzazione/completamento del sistema fognario di Venezia e tutte le isole… unitamente agli utili scavi dei rii. La realizzazione contribuirà senz’altro ad una Rinascita della bella Venezia.

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