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Addio Raoul Casadei, il Covid si prende anche lui

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Addio Raoul Casadei, il Covid non perdona neanche l’inventore di uno stile che è un inno alla vita. Tanti i messaggi di cordoglio che hanno cominciato ad arrivare appena si è diffusa la notizia.
“Purtroppo ci lascia una radice della nostra terra: la sua musica, ha stretto nel ballo le persone, ha promosso felicità, divertimento, comunità.. la solarità della nostra terra ha incontrato la sua musica, la sua allegria. Nel ballo, le sue parole incontravano la musica con un’armonia unica, costruivano felicità amore, promuovevano relazioni ed emozioni uniche nel mondo e hanno reso ancora più grande la nostra terra, la Romagna!!! Grazie #RaoulCasadei, la tua musica con le tue parole vivrà per sempre!”: così su Facebook il senatore del Pd Daniele Manca, capogruppo in commissione Bilancio.
Raoul Casadei è l’ultima vittima eccellente del virus che sta mettendo in ginocchio l’Emilia-Romagna.
Lunedì

scattano in tutta l’Emilia-Romagna le misure della zona rossa proprio per cercare di abbattere la curva dei contagi. Che, dopo il record assoluto di casi fatti registrare ieri, continua a crescere in maniera piuttosto preoccupante, sia sul fronte dei nuovi casi, sia su quello dei ricoveri ospedalieri.
Nel giorno in cui il Covid si porta via il romagnolo illustre, il re del liscio, si registrano nelle ultime 24 ore 2.950 nuovi casi e 31 morti, il più giovane dei quali è un uomo di 50 anni della provincia di Parma.
Raoul Casadei è morto all’ospedale di Cesena, aveva 83 anni ed era ricoverato dal 2 marzo.
Il “maestro” come veniva chiamato all’interno della sua famiglia di artisti ma anche fuori, ha trasformato il folklore romagnolo in un genere riconosciuto e apprezzato in ogni angolo d’Italia.
Quella sorta di inno nazionale’, ‘Romagna Mia’, scritto dallo zio, suonata e cantata ovunque come una sigla che contraddistingueva il suo genere, ha definito una carriera all’insegna dell’allegria, della solarità e della genuinità tipica della sua terra.

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