Migranti in rivolta. Cona, la piccola «città dei profughi» (dicono di essere almeno 700) è nascosta, defilata, ed è cresciuta in un clima di perenne emergenza.
Conà però ieri si è incendiata all’improvviso.
Migranti in rivolta che subito organizzano il blocco stradale, passando poi per la rumorosa protesta, poi zuffe e scontri con le forze dell’ordine. Attimi di tensione in cui bastava un attimo per scatenare la tragedia.
I migranti hanno preso il controllo dell’ex base militare, poi l’opera di persuasione di prefettura e polizia li ha convinti a «firmare» una tregua. Per il momento.
La Prefettura di Venezia, in una nota, rileva che sta “continuando a ricercare ulteriori disponibilità di posti in strutture di modeste dimensioni sul territorio, in modo da diminuire i migranti ospitati a Cona”.
La prefettura lagunare, rileva, di aver seguito in prima persona la protesta di Cona da dove ieri sono stati trasferiti 14 cittadini stranieri in altre strutture. I migranti, precisa la Prefettura si sono lamentati, attraverso un interprete, “del sovraffollamento e dei ritardi nell’ottenimento dei documenti personali quali i permessi di soggiorno, della carta d’identità e del codice fiscale, e nella conclusione delle procedure di riconoscimento dello status di rifugiato, facendone rilevare anche l’esito negativo”.
Tra le richieste anche quella di una maggiore varietà di scelta nella somministrazione dei pasti”.
Paolo Pradolin | 12/05/2016 | (Photo d’archive) | [cod migraco]