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Mestre, aggredita da due uomini. Rubata la borsa e un pezzo di vita

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Mestre, aggredita da due uomini. Rubata la borsa e un pezzo di vita

Improvvisamente il silenzio viene rotto da un urlo. Sono passate le 23, i vicini d’istinto aprono e guardano in strada. Per terra una donna, appena rapinata, strattonata e gettata a terra per portarle via la borsa.
Vittima una donna di 41 anni che stava andando a piedi verso casa mentre parlava al telefono. La borsa a tracolla tenuta stretta tra le braccia.

Due uomini l’hanno aggredita. Uno alto di carnagione scura l’ha bloccata davanti impedendole di proseguire strappandole subito di mano il telefonino, mentre il complice l’ha presa alle spalle e le ha strattonato la borsa fino a farla venire via. Devono essere tremendi quegli attimi in cui non ti rendi conto della situazione improvvisa: violenza sessuale? Aggressione per rapina? Speriamo non mi picchino?

Pochi attimi, poi gli aggressori che fuggono, la polizia che arriva in pochissimi secondi, la donna in strada in lacrime aiutata a rialzarsi da terra. Rapinatori dileguati. La signora rinuncia ad andare in ospedale, così viene informata della sua facoltà di sporgere denuncia. I soliti discorsi: signora si consoli che non si è fatta male. A volte va a finire peggio. Gli stranieri? E quando li prendono? Il giorno dopo sono fuori?

All’incrocio tra via Piraghetto e via Podgora, a Mestre, con una semplice rapina è stata rubata una borsa e un pezzo di vita. Documenti personali da rifare, chiavi di casa da far cambiare serratura compresa, 50 euro e tessere bancomat da bloccare e da far arrivare nuove.

Poi quella percezione di “sporco” che non ti levi neanche con 100 docce. Ti hanno messo le mani addosso, ti hanno toccata. Ti hanno preso la borsa, hanno toccato le tue cose dentro. Hanno la tua foto, sanno dove abiti. Il tuo bancomat, il tuo portafoglio. Anche se ritroveranno la tua borsa, forse vuota, e te la restituiranno, non sarà lo stesso. Non sarà la stessa.

E alla fine un’altra prova che per le nostre strade ci sono soggetti convinti che si possa fare impunemente quel che si vuole.

Paolo Pradolin
20/02/2016

(cod rapimes)

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