Un brutto manifesto con scritte omofobe affisso sull’edificio esterno del liceo Foscarini, a minacciare la sua stessa storia e alle prese ora con quell’avvertimento inconcepibile “Non passa il frocio!”
Che sia stata una incosciente bravata o sia partita dalla mente di qualcuno che ha pensato bene di coinvolgere gli studenti e la scuola, lo dirà l’indagine che la Digos sta svolgendo per capire chi li abbia appiccicati quei manifesti a più copie per deridere e offendere gli omosessuali, con scritte razziste quali “Stop alla omomalattia” e altre frasi dello stesso tenore, che gli studenti si sono trovati davanti agli occhi nel momento di entrare a scuola.
Più di un ragazzo li ha fotografati (le immagini erano eloquenti) e ne ha parlato a casa. Immediata la reazione dei genitori che si sono rivolti al preside, del liceo Massimo Zane, che desolato e preoccupato ha dovuto riconoscere la gravità del fatto, tanto esecrabile quanto allarmante. Gli ausiliari del Foscarini li hanno tolti tutti in fretta e furia, per limitare il danno, ma c’è il sospetto che siano stati affissi anche sugli edifici di altre scuole.
Inquietante la scritta sui manifesti di un ipotetico sit-in per venerdì contro le persone di differenti orientamento sessuale: un gesto che a tutti gli effetti è stata giudicato una vile performance, aggravata dal fatto che è andata a coinvolgere ragazzi in formazione, adolescenti alle prese con la propria e altrui vulnerabilità, che proprio a scuola maturano quelle idee che dovrebbero alimentare il rispetto e la tolleranza nei confronti del prossimo.
L’educazione alla differenza è entrata a tutto titolo nelle programmazioni educative delle scuole, ma purtroppo, forse le influenze esterne, il pressapochismo con cui si trattano i problemi, le spinte di stampo razzista, non possono che influenzare negativamente i giovani, che sono bersagliati da informazioni scorrette di cui abbonda e trasferisce “anche” il mondo del web.
Un pensiero angosciante è giunto dal collettivo Stonewall, che opera nell’area della sensibilizzazione e dei diritti Lgbt, preoccupato di questo segnale deprecabile che ha trasmesso un messaggio di odio e insieme di indifferenza, che impensierisce da qualsiasi parte lo si guardi. Che l’idea sia il frutto di “bravate” di ragazzi incoscienti, o di adulti sprezzanti della dignità altrui, rimane la sensazione che di strada da percorrere nel riconoscimento dei diritti, ce n’è ancora tanta da fare.
Andreina Corso