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Maltrattamenti ai pazienti di Villa Matilde, in 12 andranno davanti al giudice

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I soggetti più deboli, i più indifesi, i meno pericolosi. Erano persone malate di Alzheimer o persone afflitte da problemi psichici. I pazienti di Villa Matilde, la casa protetta di Bazzano di Neviano degli Arduini, fra le dolci colline parmensi erano vere e proprie vittime degli operatori sanitari. Le telecamere nascoste dai carabinieri hanno registrato oltre un centinaio di episodi di maltrattamento: schiaffi, calci, umiliazioni, offese.

Le telecamere erano state nascoste nei corridoi e nelle stanze dai Carabinieri ed hanno registrato violenze, ingiurie e maltrattamenti. Schiaffi o calci ma anche il divieto di bere o la mancata assistenza ad un anziano caduto a terra.

Un vero e proprio lager – sostiene l’accusa – si nascondeva dentro il reparto al secondo piano della casa protetta ‘Villa Matilde’ di Bazzano di Neviano degli Arduini, paese della montagna parmense.
Si tratta di una sezione speciale della struttura, particolarmente delicata, perché riservato a sedici pazienti con problemi psichici o malati di Alzheimer: ben dodici di loro negli ultimi mesi sono stati vittima di ogni tipo di ingiurie.

Gli operatori sanitari finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Parma con l’accusa di maltrattamenti aggravati sono docici anch’essi. Sette – di età compresa fra i 28 ed i 57 anni – sono da ieri mattina agli arresti domiciliari, altri cinque sono indagati a piede libero anche se, per due di loro, il Gip si riserverà ulteriori decisioni dopo l’interrogatorio di garanzia.

Le indagini, condotte dai Carabinieri, sono scattate nell’ottobre dello scorso anno. In realtà nei mesi precedenti i militari avevano già ricevuto alcune voci su presunti maltrattamenti ma, a spezzare il velo di omertà che avvolgeva il reparto, ci ha pensato un’operatrice tirocinante. La donna, dopo pochi giorni di lavoro, ha denunciato uno degli episodi a cui era stata costretta ad assistere: un anziano obbligato per punizione a mangiare la pasta sul pavimento.

I pazienti venivano poi minacciati con il bastone della scopa oppure presi a pugni e schiaffi e, se cadevano a terra, venivano lasciati anche per ore in quelle condizioni riuscendo a rialzarsi solo grazie alla collaborazione degli altri ospiti della struttura.

Terribile anche il gergo con cui gli operatori si rivolgevano a questi soggetti deboli, da “ti prendo e ti butto giù dalla finestra” a “ti do un calcio nelle palle, vattene” passando per “scimmia, sgorbio, mammut, mostro schifoso”.

Durante il servizio notturno non veniva in alcun modo prestata assistenza da parte degli addetti, ma anche di giorno i pazienti erano spesso abbandonati a loro stessi. Le immagini dei Carabinieri mostrano ad esempio un anziano che sale su un tavolo e si appoggia ad una finestra rischiando di precipitare nel vuoto e rimanendo in quella posizione per molti minuti.

Un incubo continuo per gli assistiti che venivano pure presi in giro dagli assistenti sanitari. Uno di loro, ad esempio, mortifica un paziente barcollandogli davanti per simulare la malattia di cui lo stesso paziente era affetto; un’altra operatrice invece ripete, ridendo, i gemiti di un altro assistito.

“Sono stati toccati i più basilari diritti umani. Se un anziano chiedeva di andare in bagno non veniva accompagnato, stessa cosa se chiedeva del cibo o più semplicemente un bicchiere d’acqua”, ha raccontato Giovanni Orlando, comandante della Compagnia Carabinieri di Parma. “Le indagini sono state particolarmente rapide. Temevamo seriamente per l’incolumità delle persone assistite”.

Sulla struttura di Villa Matilde, la casa protetta di Bazzano di Neviano degli Arduini, sono in corso anche le verifiche da parte dei Nas dei Carabinieri e dell’azienda Usl di Parma che ha una convenzione in corso.

Mario Nascimbeni
19/03/2016

(cod maltrasa)

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