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Luca, il professore diventato Cloe: mi sento donna

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Ha cominciato l’anno come Luca, professore di fisica nella prima superiore ad indirizzo agrario dell’istituto Scarpa-Mattei di San Donà di Piave.
Venerdì scorso, però, all’ultima ora, i suoi studenti hanno avuto una bella sorpresa: «Ragazzi, da oggi chiamatemi Cloe», era vestita da donna e con una parrucca bionda.
Cloe ha spiegato che era un desiderio che la accompagnava da sempre e che quella era la sua ‘vera’ identità.

Luca, da anni avrebbe voluto rendere pubblica questa sua identità. In pratica mostrarsi esattamente come si è sempre sentita: una donna. Cloe.

Il caso viene alla luce grazie all’assessore veneto all’istruzione e formazione Elena Donazzan che ha pubblicato sulla sua pagina facebook una lettera firmata da un genitore. L’assessore ha chiesto subito un’ispezione e una verifica.

Secondo quanto riportato nella lettera – la vicenda è rimbalzata anche sui siti della stampa locale – l’insegnante “si è presentato a scuola il 27 novembre in minigonna e stivali a tacco alto ma cosa ancor più sconcertante con un seno posticcio ed una parrucca bionda”.
“Appena notato e riconosciuto dai ragazzi – è detto ancora – avrebbe detto di essere entrato in ruolo aggiungendo ‘chiamatemi Cloe’. Una ragazzina – sempre secondo quanto riferito nella missiva – “si sarebbe sentita male”.

“Non entro nella sfera sessuale delle persone – dice oggi Elena Donazzan -. Sono aspetti privati e personali sulle quali nessuno ha diritto di entrare, ma quando uno va ad insegnare in una scuola statale e si presenta peraltro a dei minorenni in questo modo, di fatto tutto diventa pubblico e sono d’obbligo chiarimenti prima e indagini ed eventuali sanzioni poi: sarò inflessibile”. Secondo quanto si è appreso, sarebbero in corso accertamenti da parte dell’autorità scolastica.

Redazione
01/12/2015

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. si ma qui stamo perdendo il lume della ragione.
    Massimo rispetto per gay, trans, lesbo e tutti quelli che vivono una sessualità ‘diversa’, ma che bisogno c’è di fare una sfilata in abiti femminili davanti ad una classe di minori?
    Queste persone, spesso, invece di vivere la loro condizione serenamente senza il bisogno di sbatterla in faccia ai terzi, sono in cerca di soddisfare esigenze di esibizionismo.
    Sei stato assunto come ‘uomo’? Hai firmato il contratto di lavoro con il tuo nome maschile? L’azienda che ti ha offerto il lavoro si aspetta di aver ingaggiato un professore maschio?
    Devi rispettare gli impegni!! Qualsiasi sia la tua sessualità latente!!
    La scuola pretende dagli studenti comportamento corretto e decoro, e i professori fanno quello che vogliono??
    Presentarsi in classe con parrucca, minigonna e tacchi è solo provocazione, per cercare di stupire.
    E non serve certo questo neanche alla causa di gay e lesbo, io credo.

  2. Mettiamo pure che le cose siano andate così come racconta il papà scandalizzato che scrive alla Donazzan. Immagino lo sconcerto di ragazzi e ragazze, ma se la prof. si è spiegata con chiarezza e rispetto sono certo che la grande maggioranza abbia capito.
    Ci sono persone che nascono con i caratteri sessuali di un sesso e che interiormente si sentono di un altro. Ci sono leggi che si occupano di loro e li tutelano in tutti i paesi del mondo civile e libero.
    La prof, passato il primo momento di sconcerto e di meraviglia, sarà giudicata per le sue capacità professionali e umane. La prof, nata maschio che si sente donna, è una persona, in primo luogo e come tale va rispettata.
    Per fortuna la Donazzan non ha nessun potere in materia: la scuola è statale e le leggi che tutelano la libertà delle persone valgono anche in Veneto.
    Elena, me despiase….
    Maurizio Angelini.

  3. Quello che conta fondamentalmente è la professionalità dell’insegnante che non cambierà certo per la scelta di essere uomo o donna.
    Tutte queste polemiche vanno solo ad inficiare la libertà personale di esprimersi senza condizionamenti dei pregiudizi. Dai commenti che ho letto il problema in fondo è solo del genitore bigotto e della Donazzan che ha perso uin’altra occasione per stare zitta….

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