Littizzetto chiede scusa a Murano? Il dubbio c’è ed è nascosto nella satira, quella che contraddistingue da sempre la comica e con la quale è tornata sull’argomento dopo la polemica per le battute sui “cigni e gatti storti” di Murano.
“Ogni volta che parlo faccio incaz… qualcuno” ha detto Luciana Littizzetto, riferendosi alla reazione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e nonostante l’intento di ieri, cioè evidenziare la situazione economica tragica dell’isola, le sue parole non si possono definire propriamente “scuse”, almeno nel senso stretto del termine.
Domenica 7 febbraio 2021, al programma ‘Che Tempo Che fa’ Luciana Littizzetto è tornata sulle battute della settimana prima, spiegando che “La fessitudine dei comici a volte serve, scoperchia situazioni che non si conoscono”.
Durante la puntata di ieri, parlando con Fabio Fazio, ha detto: “Questa settimana credevo di far incaz… quelli dei vaccini, dei Pfitzer e invece si è incaz… “Brugni” (Brugnaro, ndr) il sindaco di Venezia”. E ricordando al presentatore la battuta della settimana scorsa, ammette: “Tra l’altro ho sbagliato, perché ho detto Murano, Burano e Torcello, ma a Burano fanno i merletti… a Torcello non ho capito che cosa fanno, è bellissima ma cosa
fanno, i dolcetti?”.
Sempre parlando con il presentatore la Littizzetto rivela: “Venezia è la mia città del cuore, è patrimonio dell’umanità”.
Na onta e na ponta (un’unta e una puntura, ndr) come si usa dire in veneziano.
“Per curiosità, mi sono chiesta perché si sono incaz… così tanto – continua Littizzetto rivolgendosi a Brugnaro e ai veneziani – sono andata a vedere la situazione di Murano e ho capito perché, purtroppo è una situazione allucinante: molte delle fornaci sono spente, molte vetrerie sono ferme. Perché c’è stata l’acqua alta, il covid, quindi pochissimi turisti”.
La comica chiede quindi di mandare in onda un servizio giornalistico sulla tragica situazione delle aziende muranesi, all’interno di una delle fornaci spente e delle vetrerie che l’emergenza sanitaria ha fermato con rilevanti perdite economiche.
“Allora penso che la fessitudine dei comici a volte serva – commenta Littizzetto – scoperchia situazioni che non si conoscono. E già che ci sono faccio l’appello a Draghi: si segni “Murano”, per piacere, tra le cose da fare. E non metta gatti storti”.
E rivolgendosi ai veneziani: “Voi intanto a Murano soffiate dei draghi, non si sa mai”.
La comica, a seguito della polemica per le battute sul vetro di Murano, ha spiegato, pur ironicamente, che “La situazione è molto pesante, perché non si può più dire niente, si incaz… tutti quanti da morire, continuamente. E noi comici come facciamo? Non abbiamo nessuno che ci difenda. Allora – prosegue – ho fatto un po’ una classifica di cose che noi comici non possiamo più dire”.
Littizzetto legge da un foglio un elenco dei modi di dire popolari che non si potrebbero più dire, ad esempio: “Non puoi più dire che una grappa è invecchiata di trent’anni, devi dire che ha trent’anni in più, ma li porta bene, se no si incaz…” E ad un certo punto ritorna la laguna “Non puoi più citare il film ‘Morte a Venezia’, perché Brugnaro si offende a morte a Venezia e si incaz…”
Infine, un messaggio di chiusura, e anche questo con l’ironica metafora: “Non si può più dire niente, ci hanno insegnato ad offenderci per ogni cosa, ma così viviamo male, siamo sempre incaz… e smettiamo di ridere, e diventiamo fragili. Fragili come un gattino storto, ma non di Murano”.
Così sono gli italiani, mandano comici al parlamento e criticano chi fa il comico di mestiere.
La tua non è satira 4 parolacce buttate la
specialmente in una tv pubblica,
mi fa incazzare non poco pagare il canone
vergognati
Vedi che ha ragione lei ? Sempre inc…ti