Quadruplicati gli spiaggiamenti dei delfini nella zona del Lido di Venezia e i veterinari lanciano l’allarme per una morìa dei mammiferi in tutto l’Alto Adriatico.
Era l’ora di cena di martedì scorso quando la Guardia di finanza si è ritrovata davanti, alla bocca di porto del Lido, una carcassa di un delfino morto che è stato subito recuperato e issato a bordo della vedetta.
Non è la prima volta che capita, ma quest’anno il dato allarmante è che gli spiaggiamenti sono quasi quadruplicati, con 14 dall’inizio di giugno tra Friuli, Veneto ed Emilia Romagna, 10 solo negli ultimi giorni.
Ieri è stata svolta l’autopsia sull’animale ritrovato presso il dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione di Padova, dove si è riscontrato che l’esemplare era di sesso femminile «in buona salute, nel senso che aveva mangiato da poco e quindi era in grado di procacciarsi cibo – come spiegato da Sandro Mazzariol, ricercatore e veterinario dell’Università padovana – però ho trovato una situazione di endotossimia, un’alterazione patologica della flora dell’apparato gastro enterico che determina una condizione tale che porta alla morte dell’animale».
Ancora presto però per determinare le cause che hanno portato a questa alterazione nel corpo del mammifero e le preoccupazioni degli esperti crescono di giorno in giorno. Una morìa questa, che l’anno scorso aveva toccato le tartarughe marine, con quasi 300 animali deceduti.
Una delle ipotesi stilate è che il gran caldo dei giorni passati abbia ridotto l’ossigeno in mare, aumentando la prolificazione di microbi acquatici che hanno poi intaccato i delfini. Esclusa, invece, la pista che voleva nella causa del decesso un colpo d’arma da fuoco o una rete da pesca.
Redazione
[19/06/2014]
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