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“La quindicenne di Jesolo se l’è cercata la violenza…”. Può un poliziotto scrivere così in FB?

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Anche dietro una divisa, ci sono pareri, opinioni, che a volte possono sfociare in espressioni da ‘hater’ da tastiera. Il sintomo grave della vicenda è che abbiamo sentito altre persone avere questo orientamento, ma è ovvio che un poliziotto che si esprime così per una 15enne violentata fa scalpore.

“Se l’è cercata” è sostanzialmente la frase choc pubblicata su Facebook da un agente del commissariato di Adria (Rovigo), in relazione alla 15enne violentata qualche notte fa sulla spiaggia di Jesolo, episodio per il quale è finito in carcere un 25enne senegalese, arrestato proprio dalla Polizia.

Ma questo era solo uno dei tanti commenti che l’agente postava giorno e notte sul suo profilo social, dove se la prendeva un po’ con tutti: dai migranti sbarcati dalla Diciotti, alle giovani rom sorprese a rubare nelle palazzine di Genova dopo il crollo del ponte Morandi.

Anche sul film “Sulla mia pelle”, dedicato alla tragica vicenda di Stefano Cucchi, il poliziotto aveva sentito di dover far conoscere il suo pensiero: “la celebrazione di una persona che valeva poco da vivo e che da morto è diventato un affarone”.

Ma è stato sullo stupro di Jesolo che avrebbe superato il limite: “Queste ragazzine – avrebbe scritto sul suo profilo Fb – pensano di rimediare una canna facendo … agli spacciatori. Poi trovano quello che invece vuole … e allora piangono perché le stuprano”.

Frasi di odio che l’autore adesso avrebbe rimosso dal social. Non prima però che venissero ‘intercettate’ dalla blogger Selvaggi Lucarelli, divenendo così materia di polemica sul web.

Il Codacons ha chiesto che l’agente venga sollevato dal servizio. La Questura di Rovigo, da cui dipende il commissariato di Adria, sta svolgendo accertamenti sulla sequela di post attribuiti al profilo dell’agente, che sarebbe tuttora in servizio.

Sul poliziotto però ha acceso il ‘faro’ anche il Viminale, e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sta seguendo la vicenda. “L’amministrazione – hanno spiegato fonti del Viminale – ha trasmesso gli atti agli uffici competenti affinché venga valutato con immediatezza ogni profilo di responsabilità disciplinare”.

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