Fiorenza Pontini, ex professoressa di inglese al liceo Marco Polo, ha ricevuto una brutta stangata per le sue esternazioni su Facebook.
Nell’estate del 2016 la prof Pontini si era lasciata andare sul noto social con alcune espressioni che sono state ritenute ipotesi di reato per “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”, ovvero dell’articolo 604 bis del codice penale nel quale recentemente è confluita la legge Mancino.
«E poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquenti» una delle frasi di cui la ex prof si è trovata a rispondere. La procuratore aggiunto Paola Mossa durante l’udienza ha evidenziato che quelle parole non sono state scritte per scherzo, e che, per il suo ruolo, la docente aveva un ascendente sui ragazzi.
La difesa, invece, attraverso l’avvocato Renato Alberini, chiedeva l’assoluzione citando precedenti, come quello dell’archiviazione di Gianni Scarpa, gestore di Playa Punta Canna a Chioggia, che aveva trasformato secondo le accuse la spiaggia in luogo di apologia fascista.
Il tribunale ha invece dato ragione all’accusa condannando l’insegnante ad un anno di reclusione (pena sospesa) che dovrà inoltre risarcire 3.000 euro, più altrettanti di spese legali, all’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che si era costituita parte civile.
Fiorenza Pontini, attraverso l’avvocato Alberini, ha già fatto sapere che presenterà appello.