Una nuova variante, a ricordarci che la Delta (ex “Indiana”) non era l’unica mutazione del virus di cui preoccuparsi si affaccia al panorama internazionale.
L’allarme degli esperti è già partito, per quanto i casi siano ancora pochissimi.
La nuova variante è stata identificata in Sud Africa. E’ stata battezzata B.1.1.529.
E’ già sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanità, che per ora la classifica tra le varianti da monitorare.
Per ora sarebbero pochissimi i casi che si sta cercando di arginare in tutte le maniera. La variante, infatti, viene ritenuta molto pericolosa per l’alto numero di mutazioni intrinseco.
Secondo una ricerca del National Institute of Genetics del Giappone, invece, la variante Delta si sarebbe auto estinta nel Paese dopo che diverse mutazioni del virus lo hanno reso incapace di replicarsi. L’Istituto parla di “un’estinzione naturale” del ceppo del coronavirus.
Ma non si tratta della fine della pandemia, avverte Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.
“È possibile che il virus SarsCoV2 accumuli mutazioni dannose fino a estinguersi, ma questo evento – spiega – può statisticamente verificarsi solo in un numero molto limitato di casi e quindi non può aver ‘spento’ da solo il contagio in tutto il Giappone”.
L’attuale calo dei positivi nel Sol Levante, conclude, è probabilmente dovuto “a un mix di fattori che include anche l’uso delle mascherine e dei vaccini, cruciali per limitare la diffusione del virus”.
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