Se è vero che, anche il linguaggio è segno dei tempi e cartina di tornasole del livello di civiltà della società non ci si può che rattristare dinnanzi all’incontrastata proliferazione della bestemmia.
E’ sotto gli occhi di chiunque che non esiste alcun ambiente o ceto immune da questa immonda ed incivile piaga sociale.
La bestemmia, ancor prima di mancare di rispetto ai sentimenti e ai valori religiosi, offende il comune sentire delle più elementari regole di urbanità e convivenza.
Risalendo alle cause e alle motivazioni di questo incivile vezzo nazional-popolare, si scopre che il bestemmiatore non offende Dio e la Madonna per inveterata abitudine o disinvolto intercalare (come cercano invece di giustificare e tollerare i buonisti e talvolta persino genitori dalle ampie vedute), ma semplicemente perché: in primis odia le divinità cristiane (mai si è sentito alcuno insultare Allah o Budda), in secondo luogo perché il blasfemo è persona vuota di valori, di contenuti, di linguaggio, di argomentazioni, di prospettiva, di sostanza e di tutto quel bagaglio dialettico e valoriale che contraddistingue una persona civile, matura, rispettosa e saggia.
Gianni Toffali
Verona