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Incidente nave a Venezia domenica mattina, le reazioni

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Incidente nave Venezia domenica mattina, le reazioni

Sull’incidente della nave avvenuto a Venezia domenica mattina giungono in redazione le reazioni dei vari soggetti competenti o che si sono occupati in passato del tema ‘Grandi navi’.
Molti i pareri espressi che sembrano veicolarsi verso un senso unico: Venezia non deve rischiare questi pericoli in virtù del profitto.

Pino Musolino (Pres. Autorità Portuale): da domani soluzione al traffico delle grandi navi a Venezia.

Stiamo seguendo con la massima attenzione e con il nostro personale sul campo l’incidente che ha coinvolto stamane la nave da crociera MSC Opera e la nave fluviale River Countess ormeggiata a San Basilio, collaborando con Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e forze dell’ordine. La priorità massima ora è l’assistenza medica ai 4 feriti lievi. Contemporaneamente stiamo lavorando per risolvere l’emergenza e liberare il Canale della Giudecca. Oggi la giornata deve essere riservata alla gestione dell’incidente ma è evidente che da domani bisognerà muoversi a tutti i livelli con la massima celerità per dare finalmente una soluzione al traffico delle grandi navi a Venezia, liberando dal traffico crocieristico il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca.

Vittorio Bonacini (Ava): rotta alternativa a San Marco e Giudecca.
“Non è assolutamente in dubbio la professionalità né dei piloti del porto né di coloro che comandano i rimorchiatori e attendiamo di conoscere le cause e la dinamica dell’incidente. Un guasto tecnico purtroppo può capitare ma quando si manovrano i giganti del mare in una città delicata come Venezia può trasformarsi in una tragedia. Questo episodio ci induce, una volta in più, a chiedere al governo di accelerare nella scelta di una rotta alternativa a San Marco e al Canale della Giudecca. Per le Grandi navi c’è una collocazione naturale che è quella di Marghera, con ingresso dalla Bocca di Malamocco e lungo i Canali dei Petroli e Vittorio Emanuele. Una soluzione individuata da tempo dalla città, insieme a Porto e Regione, per preservare una realtà importante e i posti di lavoro che garantisce. L’incidente avvenuto oggi avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze e non si capisce l’inerzia del governo che da anni non trova il coraggio di prendere decisioni urgenti, che sono scottanti per il futuro della città, a tutela dell’occupazione e di chi va per mare. Insieme a tutti i cittadini di Venezia lanciamo quindi l’ennesimo accorato appello al Governo, per la difesa di Venezia, delle sue tradizioni e del suo ambiente, affinché non si perda inutilmente altro tempo e si arrivi con urgenza al via libera a questo progetto”.

Legambiente Veneto: navi non transitino più.
Assistiamo, attoniti e impauriti, a quanto accaduto stamane presso la banchina di San Basilio a Venezia centro storico dove una grande nave da crociera ha colpito l’imbarcazione di tipo crocieristico di più piccole dimensioni che era già attraccata nell’area.
Il risultato, per ora, conta alcuni feriti lievi, una banchina gravemente danneggiata e molte persone, tra cittadini, operatori portuali e crocieristi, terrorizzate. Oggi abbiamo avuto la dimostrazione che le grandi navi non galleggiano in sicurezza e possono perdere il controllo creando conseguenze potenzialmente anche ben peggiori di quelle viste oggi.
I residenti nella zona di San Basilio raccontano di aver visto la grande nave arrivare loro addosso ed hanno temuto il peggio.
“Sollecitiamo quanto da sempre ribadito- dichiarano Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto e Paolo Franceschetti, presidente del circolo o veneziano dell’associazione- devono essere presi immediati provvedimenti affinché le grandi navi, di qualsiasi tipologia e dimensione, non transitino più per il bacino di San Marco e per il Canale della Giudecca ne tanto meno ormeggino nell’area del centro storico veneziano”.

Olivetti (Confindustria Venezia): urgente apertura Vittorio Emanuele.
A poche ore dall’incidente della nave da crociera Msc “Opera”, avvenuto questa mattina a Venezia nel canale della Giudecca, il Consigliere Delegato alle Infrastrutture di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Filippo Olivetti dichiara: “L’emergenza è stata gestita perfettamente dal comando delle due navi, dalla Capitaneria di Porto, dai rimorchiatori, dagli ormeggiatori e dai servizi tecnico-nautici del Porto”.
“Quanto è accaduto – aggiunge Olivetti – ci obbliga a tornare a riflettere sul tema del transito delle grandi navi. Le soluzioni proposte dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto attendono ancora una risposta da parte del Ministero delle Infrastrutture. La crocieristica – prosegue Olivetti – è un’attività imprescindibile per il turismo veneziano e per il tessuto economico del territorio. Per questo, confidiamo che quanto prima venga dato il via libera al progetto di trasferimento delle grandi navi a Marghera e all’approfondimento del canale Vittorio Emanuele. In questo modo, le imbarcazioni oltre una certa stazza entreranno dalla bocca di Malamocco, evitando di transitare per il percorso attuale”.

Gruppo 90 comitato cittadino: chi di dovere si assuma le proprie responsabilità
Proprio il giorno in cui Venezia rinnova il proprio sposalizio secolare con il mare, una nave da crociera perde il controllo e va a schiantarsi sulla riva e contro un traghetto in Marittima, a San Basilio. Oltre il danno, la beffa del l’annullamento della storica regata della Sensa.
Per fortuna non ci sono state vittime.
È assolutamente necessario ed urgente che le autorità competenti (Autorità Portuale e Capitaneria di Porto) spieghino come sia stato possibile, se era trainata dai due rimorchiatori, come previsto dalle regole sulla sicurezza della navigazione in Canale della Giudecca.
Chiediamo che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità, chiarendo e spiegando come si impedirà che la cosa possa ripetersi.
Doveva proprio scapparci l’incidente perché si evidenziasse il problema?
Quando vi parliamo di mancanza di lungimiranza in città intendiamo esattamente questo: a 7 anni dal decreto Clini-Passera ancora non è stata presa una decisione strategica a lungo termine. Questo è molto grave.

Nicola Pellicani: caro ministro alla Confusione Toninelli, non si tratta di problemini locali.
Cosa sta facendo il governo gialloverde per allontanare le navi da crociera dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca? Nulla. Niente di niente. Mentre i ministri Toninelli e Costa fanno improbabili valutazioni costi-benefici, le Grandi Navi continuano a transitare e oggi si è verificato un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime.
Basta rinvii.
Riunire subito il Comitatone per assumere una decisione. Già nel 2017, con il governo di centrosinistra, il Comitatone, mettendo a confronto i vari progetti sul tappeto, aveva individuato una soluzione. Ma i gialloverdi non sono interessati al destino di Venezia. I grillini come i leghisti. Da quando sono deputato attraverso atti parlamentari e interventi in aula e in commissione ho cercato in tutti i modi di porre l’attenzione del governo sui problemi della città. Ma il governo non sa come agire. È immobile. Caro ministro alla Confusione Toninelli, non si tratta di problemini locali, ma di temi per cui tutto il mondo ci guarda. Venezia è un patrimonio dell’umanità. Non possiamo abbandonarla a se stessa.
Il governo sta dimostrando ancora una volta tutta la sua inadeguatezza e disinteresse per Venezia.

Italia Nostra sez. Venezia: Festa della Sensa … non così
Italia Nostra è vicina ai feriti ed esprime molta amarezza e angoscia per il triste presente della città, ancora una volta oltraggiata.
Oggi è il giorno in cui si rinnova il rito antico dello sposalizio di Venezia con il mare Adriatico, che non a caso era chiamato Golfo di Venezia: il doge usciva in Laguna attraverso la bocca di Lido e gettava l’anello a suggello del matrimonio. Noi, figli senza memoria e cultura, facciamo invece entrare il mare in Laguna, sovvertendo la storia e il destino di Venezia.
Purtroppo questo ennesimo incidente (che non ci sorprende, essendo ben noti altri incidenti e collisioni avvenuti a Venezia e in Laguna di navi passeggeri e commerciali) rafforzerà la posizione di coloro che per mantenere il business della croceristica non esitano a sacrificare la Laguna.
Molti hanno tacitamente approfittato e alimentato lo stallo in cui ci si trova dalla tragedia della Concordia. Molte voci approfitteranno del dramma di oggi per chiedere con urgenza il progetto salvifico. Molte voci sfrutteranno questo incidente per dire che è ora di approntare l’escavo del canale Vittorio Emanuele, consentendo alle navi croceristiche di accedere alla Marittima dal porto di Malamocco senza transitare per il Bacino e il Canale della Giudecca.
Tale percorso è insostenibile, perché segnerebbe la perdita irreversibile della Laguna. Comporterebbe infatti il raddoppio del Canale dei Petroli, troppo stretto e congestionato per accogliere anche il transito delle navi croceristiche. E il Canale dei Petroli, come provano molti studi scientifici, ha demolito la morfologia e la funzionalità della Laguna Centrale, preservatasi per 6000 anni. Tutte le soluzioni finora prospettate per mantenere la croceristica in Laguna sono irrealizzabili e senza futuro.
Distruggere l’ambiente (e la storia) in nome di un malinteso concetto di sviluppo di stampo novecentesco porta alla rovina: lo abbiamo imparato dalla storia del polo industriale di Marghera. Un tempo le poche migliaia di occupati a Porto Marghera erano 40.000, il che dovrebbe spingerci a investire su scenari nuovi e pensare al futuro, conservando e non dissipando il “bene Laguna”. In questa direzione va quell’Europa con cui siamo in sintonia.
Siamo convinti che Venezia, con un diverso regime fiscale, con lo Statuto speciale che si potrà ottenere raggiunta l’autonomia amministrativa, potrebbe rinascere e incrementare i posti di lavoro nel settore focalizzato su una croceristica di piccola stazza: yacht e navigli a vela.
L’Unesco, nel 1987, prima di tradire il suo compito istituzionale e sacrificare Venezia sull’altare di incomprensibili piccine convenienze, aveva insegnato al mondo intero che la morfologia della Laguna è da tutelare «come i palazzi e le chiese della città».
Con un residuo moto d’orgoglio per quel che fummo, continuiamo a ribadire ciò: non si sacrifica la Laguna per un malinteso progetto di salvezza di Venezia!
Venezia non si salva senza i suoi abitanti e la sua Laguna.

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