Racconto lanciato in questi tempi in cui il ruolo del femminile vive una contraddittoria dimensione, tra riscatto e ricatto, affermazione e sottomissione, apparenza per far vincere la sostanza (il racconto de “Le due vecchie” non può non rimandare all’ossessione della bellezza e alle cure estetiche per affermare il femminile in un qualche assurdo, deviato e contraddittorio modo).
Davvero la storia di Viola è la più affascinante dei tre racconti e nel finale sarà anche iconograficamente al centro di tutte le altre storie.
Non son rimasto deluso affatto da Garrone, che ritengo il nostro regista migliore di oggi.
Il pregio del film sta nell’aver mantenuto coerenza con una poetica cinematografica che è apparsa sin dal primo, eccezionale, film d’esordio, “L’imbalsamatore”, per poi perfezionarsi, nel suo stranieamento, sino al magistrale “Gomorra” e al bamboleggiante “Reality”.
Garrone è per fortuna alieno all’edonismo di un Sorrentino, che pare godere di maggior fortuna, forse perchè le sue ruffianerie son maggiormente esportabili.
Resta un retrogusto, a visione terminata. L’operazione è intelligente e personalissima, l’occhio si incendia nel sole delle storie o si appanna nel buio delle caverne. Ci sono alcune imperfezioni (il doppiaggio che anestetizza un po’ tutto, per chi ama il Garrone in presa diretta, certi effetti speciali non così sublimi).
Il retrogusto è che forse un po’ di effetto fiaba in più non avrebbe guastato. Ma, ripeto: siamo sicuri di ricordarci come davvero sono le fiabe?
IL RACCONTO DEI RACCONTI-TALE OF TALES
Regia: Matteo Garrone
Con Salma Hayek, John C. Reilly, Vincent Cassel, Toby Jones, Bebe Cave, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Christian e Jonah Less
Giovanni Natoli
25/07/2015
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