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I sindacati: Ater vicina al commissariamento, salvatela!

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ater venezia sede

Le scriventi OO.SS. territoriali si rivolgono a codeste Autorità cittadine al fine di chiedere un Loro intervento volto a ridare all’ATER di Venezia l’autorevolezza e l’efficacia con cui, in passato,questo Ente ha gestito il delicato ambito dell’edilizia residenziale pubblica; ambito di strategica importanza non solo per il soddisfacimento di un bisogno primario, quale è quello della casa, ma anche per il contenimento delle tensioni sociali.

Il colpevole disinteresse istituzionale dimostrato rispetto alle recenti vicende aziendali, reiteratamente portate agli onori della cronaca, oltre a quelle che restano chiuse nelle stanze del potere, rappresentano forme di correità politica e amministrativa rispetto ad una gestione della “casa” pubblica fallimentare, rissosa e inconcludente.

Nell’apparente indifferenza delle SS.LL., l’ATER di Venezia si appresta ad arrivare alla scadenza del mandato del suo attuale presidente continuando a deliberare con un C. di A. composto da sole 3 persone, senza però avere un direttore, un piano industriale serio, mettendo in cantiere progetti ambiziosi e di dubbia utilità, oltre a scelte gestionali di grave impatto economico-finanziario, come quella di assorbire la Società “Residenza Veneziana”, accollandosi i costi per il ripianamento del deficit, o quella di mandare al macero l’intero sistema informatico aziendale sulla base di una presunta impossibilità operativa della Ditta che gestisce l’attuale sistema che è stato confezionato su misura dei bisogni aziendali con notevole dispendio di tempo, lavoro e denaro.

È sufficiente prendere atto di quanti sono ormai i mutui accesi dall’ATER per far fronte non solo all’attuazione delle suddette scelte, ma anche alla gestione corrente, per intuire come l’aggravio degli interessi passivi, sommato alle continue consulenze esterne, anche di tipo legale nonostante l’azienda conti sulla presenza di 3 avvocati, vada a scardinare, nel silenzio-assenso del collegio dei revisori dei conti, una situazione finanziaria già
disastrata e sull’orlo del dissesto.

La proposta del mini C. di A. ATER per il risanamento di bilancio punta:
– sulle vendite degli alloggi che però non si realizzano, né potranno mai
realizzarsi senza che ci sia, a monte, una aderenza alla legislazione vigente, sulla ristrutturazione della dotazione organica, improntata su clientelismo e personalismi che nulla hanno a che vedere con una seria riorganizzazione, ma che molto hanno a che fare con alcune “promozioni”, ? sul recupero della morosità senza però avviare prima un serio, inevitabile ed organico confronto operativo con le municipalità ed anzi cancellando dall’organigramma proprio il servizio “rapporti con i comuni”.
– sull’inconfessata, ma sempre più probabile, vendita della sede aziendale nel momento meno redditizio per chi vende, ma di sicuro guadagno per chi può speculare su una location di strategico interesse, depauperando però ulteriormente la città di attività produttive. Considerato che la ristrutturazione è stata bocciata dall’ente regione veneto, l’azienda si sta ora apprestando ad operare incomprensibili “traslochi” da un ufficio all’altro di circa un terzo del personale, mascherando la cassata ristrutturazione sottoforma di “trasferimenti”, senza però preoccuparsi delle difficoltà operative e organizzative che un simile “biblico esodo” comporterebbe per l’efficienza aziendale. Tutto il resto è impoverita “routine” che l’elevata professionalità dei dipendenti (che lavorerebbero in modo molto più sereno se potessero farlo in autonomia) riesce comunque a portare avanti facendo slalom tra divieti, rigidità, eccessiva ed inutile secretazione dei documenti, ritardi, ordini
contradditori ed impartiti contemporaneamente a più persone, continui ed ormai insopportabili attriti tra i dirigenti e tra la presidenza e la dirigenza aziendale (sembra che penda un’azione disciplinare nei confronti del dirigente anziano, che dovrebbe fungere da direttore:
“dott. Paolo Diprima bis”?), totale assenza di flussi formativi e informativi. Tutto questo indebolisce e delegittima l’azione gestionale e amministrativa, oltre a creare un clima tra i dipendenti di fondato timore per il futuro, ma anche di estraneità, di assoluta assenza di identificazione rispetto all’attività aziendale intesa nella sua espressione manageriale.

È come se la testa fosse totalmente staccata dal corpo: una testa che, al corpo, non piace e di cui ha paura perché ne conosce ormai l’indole insipiente e vendicativa.

Vi preghiamo: aiutate l’ATER di Venezia il cui commissariamento, ormai, è diventato improrogabile.

Le OO.SS. Territoriali
FP CGIL – FIT CISL – UIL Trasporti – FIADEL
Ferrarese – Tonolo – Zaniol – Contavalli

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