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Halloween, Zaia: «Evitiamo di mandare i bimbi casa per casa». Ordinanza per i medici di base

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Halloween, Zaia: «Evitiamo di mandare i bimbi casa per casa». Ordinanza per i medici di base

Si raggiunge quota 2 milioni e 400 mila tamponi in Veneto, i positivi al Covid aumentano costantemente e i ricoverati sono 908 (127 in terapia intensiva) in regione. Sui positivi gli asintomatici sono sempre al 98%.

Superati i 900 ricoveri, siamo andati in fascia 3, come pure sono stati quasi raggiunti i 150 in terapia intensiva, l’altra soglia che fa passare da una fascia all’altra lo stato di gravità nella diffusione del virus.
«Non abbiamo un’impennata di ricoveri, al momento – dice Zaia che aggiorna anche sabato 31 ottobre da Marghera la situazione emergenziale – Da tre giorni la curva delle ospedalizzazioni ci dà una piccola inclinazione in ascesa, con tendenza all’appiattimento, ma guardiamo giorno per giorno all’andamento».

Halloween 

«Spero che dolcetto scherzetto stasera non funzioni – commenta il presidente del Veneto – Nei nostri ospedali si incrociano pazienti coronavirus e non, per questo la necessità di chiudere alcuni ospedali per riservarli al Covid. In questa condizione di elevato contagio ai cittadini dico, fate una vita normale, ma cercate di restringere le frequentazioni. Uno dei dati che abbiamo visto è che sono frequenti le infezioni famigliari: cerchiamo di andare una volta sola al supermercato, bardati, di non portare l’influenza che c’è fuori in casa, di incontrare insomma le persone indispensabili sul lavoro, evitando rimpatriate, che poi emergono nei resoconti dei distretti ospedalieri. Eviterei di mandare i bambini a suonare i campanelli stanotte, e i passaggi di dolcetti di mano in mano, i contatti amplificati insomma, che aumentano il rischio anche per la carica ormai notoriamente più forte dei piccoli per quanto riguarda la circolazione del contagio».

Tamponi rapidi dai medici di base
Zaia ha firmato un’ordinanza che coinvolge tutti i medici: misure relative all’attività dei medici di medicina generale (3500 in Veneto) in relazione al Covid, che diventano, per il dispositivo della quarantena, ufficiali di stato civile anche per quanto riguarda le certificazioni: ora si fanno totalmente in ambulatorio senza rivolgersi al Sisp (Servizio Igiene e Sanità Pubblica). Il medico di base effettua i tamponi rapidi (senza obiezione di coscienza), come previsto dalla circolare nazionale del ministro Roberto Speranza. Se lo studio non è adeguato possono accordarsi con i distretti o con il Comune per avere spazi adatti per fare i tamponi ai mutuati, come le palestre.

Il medico di base provvede subito a verificare i contatti stretti per i mutuati, se in famiglia ci sono mutuati di altri medici, li avvertirà. La prossima settimana l’effettuazione dei tamponi sarà anche in capo ai pediatri. Sarà Azienda Zero a fornire i tamponi. I punti di accesso rapido restano aperti invece per le emergenze. L’importo è di 18 euro a tampone (ma non a carico dei pazienti, per i quali è gratuito). Il medico se ha il sospetto diagnostico, esegue un tampone e archivia in via informatizzata. Ospedali, scuole e case di riposo: gli screening continuano come sempre fatto. Il dottor Gianluigi Masullo sostituisce il dottor Domenico Mantoan, ad interim, come capo della Sanità del Veneto fino a nomina del titolare.

Le terapie intensive

Sono stati registrati due ricoveri di pazienti giovani, 37 e 44 anni, nelle terapie intensive. Almeno il 70% dei positivi in Veneto ha meno di 65 anni. Le fasce meno interessate dai contagi sono quelle alte e molto basse di età. A marzo scorso avevamo la predominanza delle fasce alte, invece.

Il dottor Paolo Rosi fornisce alcuni dati, dicendo che stiamo attivando circa il 14% dei posti letto nelle intensive (al momento 240). Il numero dei degenti è in crescita, ma in modo lineare. I ricoveri in terapia intensiva di positivi sono uno ogni 225 pazienti contagiati.
Il 30% è sotto i 50 anni, il 30% ha sui 50-65, il resto dei pazienti ha età più avanzata. I ricoveri dei pazienti critici sono più brevi e appare una riduzione della mortalità in terapia intensiva, probabilmente per l’età più bassa.

Ci sono delle proiezioni che dicono che se il trend non cambia avremo questo numero di accessi e sarà necessario incrementare i letti andando a chiudere prestazioni degli ospedali perché, il personale è quello in attività attualmente. I ricoverati in terapia intensiva

sono per la maggioranza intubati, ma c’è una parte di intubati in maniera meno invasiva. Ci sono anche pazienti estubati. La situazione in Veneto è impegnativa, il personale è impegnato, per coprire queste attività occorre sospendere le ferie del personale medico-infermieristico e alcune prestazioni sono state sospese. Non c’è una situazione di stress, ma resta alta l’attenzione, anche per il problema del personale ridotto per via della diffusione del contagio.

Mancano anestesisti, anche quelli assunti dagli ultimi anni delle scuole di specialità, sono finiti.
Le criticità riguardano anche gli operatori sanitari delle case di riposo, gli infermieri, ma anche fra i medici gli pneumologi, i medici per il pronto soccorso, radiologi, pediatri.
Il numero chiuso sulle scuole di specialità ha condizionato la situazione attuale.

Antonella Gasparini

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