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“Gran Parte dello spopolamento è causato dall’avidità dei veneziani”. Lettere

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In risposta alla lettera: “Le colpe dei veneziani e dei ‘venezianassi’

Una gran parte della colpa dello spopolamento di Venezia è proprio dell’ avidità di tanti veneziani che ha portato e continua a portare al suicidio la mia città .

Storicamente l’ esodo si è attuato in più fasi.

La prima con” l’ acqua granda” del 1966 con la scomparsa delle abitazioni al “piano terra” e la fuga a Mestre attirati come specchio per le allodole dalle case moderne dotate di maggiori confort rispetto alle veneziane;

la seconda ,vissuta in prima persona dal sottoscritto, con l’introduzione dell’equo canone che ha fatto scomparire praticamente del tutto il mercato delle locazioni.
In quel periodo inoltre con il parallelo aumento dei prezzi delle abitazioni c’è stata da parte di tanti veneziani una vera e propria gara a vendere al rialzo la propria casa per poi trasferirsi in terraferma.

La terza con la ripresa a fine anni 70 del Carnevale fino allora praticamente assente nato all’origine da noi veneziani residenti e poi prostituito al turismo;

Infine la quarta con la nascita delle locazioni turistiche vera e propria lebbra di questa città.

Il sottoscritto è ritornato ad abitare a Venezia dopo 30 anni di “esilio “a Mestre, per la morte purtroppo dei genitori che per di più mi hanno lasciato i soldi per ristrutturare la casa ereditata come figlio unico e me la tengo stretta.

In tutti questi anni le giunte succedutesi non hanno fatto nulla se non peggiorare la situazione.

Purtroppo invece di una luce in fondo al tunnel vedo sempre di più il fondo sempre più vicino di un orrido pozzo.

m.b.
(lettera firmata)

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Concordo pienamente. Anche la mia famiglia ha vissuto il passaggio da un canone di affitto ragionevole a uno disumano, architettato appositamente per cacciare via gli affittuari veneziani e mettere dentro, in primis (in un’epoca ancora antecedente al fiorire degli affittacamere per turisti), studenti, con contratti formalmente ineccepibili ma con un nero spaventoso. Poi gli studenti a loro volta subaffitta(va)no, e via di illegalità su illegalità… Il carnevale dei primissimi anni 80, che, vero, era anche fatto di sporcizia, gente ubriaca, degrado, era però, o almeno così è rimasto nei miei ricordi di bambino, ancora una festa allegra, spontanea,fatta per lo più di bambini, appunto, con pochi sponsor, quasi nessun ospite internazionale ingaggiato per volare imbragato dal campanile, ecc. Invece negli anni 80 direi che forse un momento chiave per capire quale strada avesse definitivamente preso la città, in rapporto al turismo, fu la calata, a mo di Unni, dei saccopelisti che scelsero i gradini della stazione come area di campeggio!!!

  2. Condivido, con qualche precisazione:
    -Il mercato delle locazioni dopo l’equo canone non era sparito, ma era subentrata la L. 431 del 1998 (“patti in deroga”) che prevedeva due tipi di contratti: uno “calmierato di 3+2 anni con affitto concordato, uno 4+4 a canone libero.
    Questo ha causato l’impennata dei prezzi (essendo quello concordato non sufficientemente conveniente anche come benefici fiscali) divenuti inaccessibili ai più.
    I miei genitori si erano visti passare progressivamente l’affitto, con cambio di contratto a 4+4 anni) da 200 mila lire a 900 mila lire, poi diventati 1 milione e duecento mila… !

    -Il carnevale di massa che ha attratto a Venezia migliaia di persone è stato quello “da discoteca” dal 1979, in seguito al problema delle battaglie con la farina che i giovani veneziani annoiati hanno iniziato a fare per divertirsi un pò rispetto alla noia che c’era in quei periodi.
    Ciò poi era degenerato portando a scori tra bande, imbrattamento di pellicce delle signore, fino a portare al bando della vendita di farina in quel periodo…

    E’ da lì che il Carnevale di Venezia è diventato famoso dapprima tra i giovani, che venivano solo a ballare (con conseguenze devastanti:
    “ballavano” anche gli appartamenti e ii relativi lampadari anche a 100 metri dalla piazza, per non parlare di ubriacature, uso di droghe, maree di bottiglie rotte a terra, urine e feci nelle calli diventati vespasiani), poi perché si sbizzarrivano a creare i vestiti più particolari, fino ad “evolversi in carnevale” di maschere belle e particolari aumentando esponenzialmente il turismo…

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