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“Io ho scelto di restare a Venezia e non accetto che mi si critichi. L’invidia è una brutta bestia”. Lettere

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È vero che purtroppo la città è cambiata, ma la colpa è anche di tutti quei veneziani che, 30 anni fa, hanno deciso di lasciare la città perché era più facile e meno oneroso prendere una casa a Mestre di nuova costruzione.
Perché era figo avere la macchina sotto casa, per andare a sciare o in collina, senza alzarsi un’ora prima a Venezia per fare la stessa cosa.
Io ho fatto una scelta di sacrificio per rimanere nella mia città e non accetto che chi non ha voluto sacrificare, critichi i cittadini che come me hanno acceso mutui sia per acquistare che per restaurare la propria casa.

Non tutti vivono di rendita dei sacrifici dei propri genitori, c’è chi nella vita si rimbocca le maniche per crearsi un futuro mentre altri scappano piangendosi addosso e invidiando la vita degli altri guardando solo la superficie senza sapere il come e il perché.
Smettiamo di vomitare sentenze senza sapere e senza aver prima fatto una profonda autocritica.
L’invidia è una brutta bestia.

Veneziana Doc

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma cosa scrivi “veneziana doc” chi è andato via 30 anni fa è perché non riconosceva più la sua città. Avrà sofferto sicuramente ma è più triste vedere come si è trasformata… Sporca, poco curata e irrispettosa nei confronti di chi viene a visitarla. Usa la testa prima di scrivere certe cose insensate.

  2. Poter vivere a Venezia è sicuramente una grande opportunità ma anche una grande fortuna.
    Molti non se lo sono potuti permettere.
    Se si vive in affitto e i genitori non ti hanno lasciato una casa, o una possibilità per acquistarne una, è decisamente più difficile decidere di vivere in questa città stupenda, sospesa ad un metro dall’acqua. Io ho lasciato la mia città per lavoro dopo la laurea, pensando di ritornarci, ma è stato più difficile del previsto, sia per il lavoro sia per trovare un’abitazione adeguata e ad un prezzo accessibile…..

  3. Anche noi ci siano sacrificati per restare a Venezia, pur con le difficoltà del caso. Ne siamo contenti e ce ne andremo solo per andare “di la dell’acqua, a S.Michele”. Chi se n’è andato avrà avuto le sue ragioni, ma non si permetta di criticare chi è restato e non perchè è complice del turismo scellerato di questi ultimi anni.

  4. Cara Signora, Le svelo una verità che forse è ora che lei conosca: c’è chi, pur con tutta la buona volontà e tutti i sacrifici, partiva da una base molto, molto, molto ‘bassa’, con scarsissime risorse economiche, e una casa a Venezia non se la sarebbe mai potuta permettere e nemmeno se fosse sceso Gesù Cristo avrebbe ottenuto un mutuo dalla banca. Non racconti le cose in maniera parziale e faziosa. Invidiare il suo cinismo e il suo pressapochismo nelle analisi? Suvvia, non sia ridicola.

  5. Concordo pienamente sul sacrificio del vivere a Venezia, da veneziano doc ne capisco moltissimo. Costi raddoppiati in tutto e per tutto, difficoltà di movimento, tempi biblici per percorrere pochi chilometri. “Rimboccarsi le maniche”: giusta considerazione per decidere di far fronte a tutto ciò perchè, tutto sommato, nella sua scomodità Venezia resta sempre Venezia…almeno per chi decide di rimanerci.
    La scelta, però, è anche quella di decidere di lasciarla la nostra città e le ragioni possono essere molteplici e totalmente legittime. Dal mio punto di vista non mi sento di condannare di tradimento della venezianità i giovani migranti trentenni. Piuttosto la causa del cambiamento enorme della nostra amata e, (oggigiorno) violentata cittá, è da ricondursi prevalentemente ad una politica indegna, poco lungimirante e assetata di egoismo individualista che di certo, ne compromette la sua vivibilità.

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