“Mentre l’Amministrazione ha richiamato a lavorare in presenza tutti i dipendenti comunali, noi consiglieri continuiamo a collegarci da remoto. La motivazione data dalla Presidente del Consiglio Damiano è la nostra incolumità. Ma mi chiedo allora perché c’è questa disparità tra noi e il personale dell’ente in cui siamo stati eletti”.
Il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini torna così sulla questione delle riunioni delle Commissioni e del Consiglio comunale in presenza.
“Il vero motivo per cui non siamo in presenza – continua Martini – è che è molto più semplice togliere la parola zittendo il microfono da remoto ogni volta che non si vuole sentir parlare un consigliere che dà fastidio. La presenza consentirebbe invece maggiore interazione, va da sé, permetterebbe maggiore confronto, magari anche qualche scambio di parola a margine delle riunioni. Insomma potrebbe, forse, intaccare la compattezza, non certo all’interno dei fuscia, ma almeno con gli alleati. E’ questo che vogliono evitare a tutti i costi”.
“Con questa Amministrazione – conclude Martini – è difficilissimo far passare qualsiasi proposta, qualsiasi idea che si discosta dalla posizione principale: l’altro è sempre demonizzato, offeso per partito preso. Questa non è democrazia. Non è dibattito rispettoso tra rappresentanti eletti dalla gente. Ormai funziona che ogni idea o iniziativa col cappello di una qualsiasi delle forze di opposizione è cassata in partenza, al di là che sia buona o meno. Il lavoro istruttorio delle Commissioni è inesistente. Le proposte di convocarle su temi specifici, come abbiamo fatto noi sulla scuola, cadono completamente nel vuoto. Siamo di fronte ad un Consiglio comunale di fatto esautorato”.
Gruppo consiliare “Tutta la Città Insieme!”
Comune di Venezia
Nessuna sorpresa: i fuc*ia intrallazzano e fanno di tutto per evitare i controlli. Con tutti i dossier aperti, non resta che commissariare il Comune.
…la conseguenza della digitalizzazione è questa?
Io lo chiamerei fascismo…
In una democrazia vera, CHIUNQUE (e mi rivogo anche al sig. Gino Latino) sia in maggioranza o in opposizione dovrebbe avere pari tempo a disposizione per esprimere le proprie idee e richieste.
Ma in Europa dubito che ci sia vera democrazia: basta guardare le querele ai giornalisti che scrivono cose scomode, senza che siano tutelati in virtù della libertà di stampa, e di come si applicano le sanzioni per violazioni dei diritti civili: alla Russia per il doveroso carcere per aver violato le leggi (come accadrebbe in Italia…) Navalny si, all’Egitto per le torture a Regeni, no.
Per la tennista in Cina si, per i detenuti definiti talebani senza alcun processo a Guantanamo in America, no. Per violazione dei diritti in Iran, si (invece è perché vuole il diritto alla bomba atomica come altri stati tra cui Pakistane e Israele…), per le colonizzazioni nei territori occupati in Palestina (invasione!) e le condizioni di detenzione dei palestinesi messe in atto da Israele, no.
Allora dov’è la democrazia Comune, come in Italia e in Europa?
In Comune è pure diventato spesso impossibile, grazie all’abolizione del centralino (sostituito da “Dime”… “dime come se fa a far ‘na roba del genere…!”), farsi passare un ufficio che interessa e persino un gruppo consiliare, e fanno persino una specie di interrogatorio su chi sei, perché, coma mai, ecc.
E’ il Comune o il Pentagono?
Prof. Fabio Mozzatto – Veneziano
queste cose si denunciano quando si sta all’opposizione, ma quando si diventa maggioranza si applica lo stesso sistema verso le nuove opposizioni. La democrazia è morta da un pezzo. Ora se ti permetti di avere un’idea diversa da quella della maggioranza sei un terrapiattista.