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GameUp: a Venezia un segno controtendenza. Con Paolo i videogiochi ritornano in Centro Storico

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GameUp: a Venezia un segno controtendenza. Con Paolo i videogiochi ritornano in Centro Storico

Nel corso degli ultimi anni, Venezia ha subito una radicale metamorfosi del suo tessuto urbano e sociale, trasformandosi da città viva a non-luogo al servizio del turista.

I residenti, ormai decimati nel numero e accomunati da un’età media sempre più elevata, sono stati gradualmente privati di intere categorie merceologiche: giocattoli e articoli per l’infanzia hanno lasciato la Laguna sostituiti da panini, pasta-to-go e paccottiglia.

Con la chiusura di Wonderland, Play the Game e – più recentemente – Virtualia, l’ultimo prodotto a scomparire dal Centro Storico sono stati i videogiochi, costringendo gli abitanti a lunghe trasferte fuori città o all’acquisto su internet, dove il rapporto di fiducia negoziante-cliente viene totalmente a mancare.

In controtendenza al generale andazzo della città, ecco Paolo, un veneziano doc che nel 2019 ha avuto il coraggio di inaugurare un’attività per residenti. Il suo negozio si trova in zona Giorgione, a pochi metri dalle vetrine che per vent’anni hanno ospitato le console di Virtualia, e vende videogiochi.

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Nato a Castello e residente a Cannaregio, il titolare della nuova iniziativa è un signore che la città la vive da decenni. Una vita nella ristorazione: al Pullman Bar prima (“quando ancora si trovava al centro del Piazzale”) e all’Antica Adelaide poi, con gli ultimi anni spesi nel settore dei trasporti. “Mia moglie – racconta Paolo – aveva qui un’attività di parrucchiera: è stata lei a convincermi a lasciare il lavoro in barca e tornare dietro ad un bancone. Il mio sogno era di aprire una cichetteria: non un locale per turisti con cibi industriali e surgelati, ma un luogo al 100% veneziano per riscoprire i piatti della nostra tradizione. Spiensa, nervetti, uova con le cipolline, pesce, molluschi e crostacei di ogni tipologia.
Ma, per la saturazione di bar e ristoranti causata da qualcuno, il Sindaco ha bloccato ogni nuova apertura.
Le mie passioni sono sempre state due: la cucina e i videogame, così ho deciso di tentare l’altra strada”.

Paolo possiede un’invidiabile cultura videoludica che parte dagli anni ‘70: “il primo dispositivo che portai a casa fu “Pong” – racconta –e consisteva in una partita di tennis tra due semplici barrette bianche. Seguirono l’Atari Intellivision (1979), il ColecoVision (1982), il Commodore 64 (1982).”
Su una mensola è difficile non notare le riedizioni “compatte” di questi pezzi da museo, con i giochi storici già caricati in memoria.

Il resto del negozio espone videogiochi dell’ultima generazione: Playstation 4, Nintendo Switch, Xbox One, oltre ad una parete dedicata ad accessori, magliette e pupazzetti. “Ho alle spalle il franchising GameUp, un’iniziativa veneta con sede a Vigonovo (PD) e 50 negozi in tutta Italia. Di questi tempi, aprire un’attività del genere rappresenta un azzardo: non si è mai sicuri del quantitativo da ordinare, rischiando di scontentare clienti o al contrario di riempire il magazzino di merce che rimarrà invenduta. Ho un software che mi permette di essere sempre rifornito, oltre a gestire il ritiro dell’usato che rappresenta un ulteriore servizio per il cliente”.

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Ma chi sono i clienti di Paolo? “Veneziani, giovanissimi ma non solo. Conosco Fabiano ex gestore di Virtualia fin da quando era bambino: molti si rivolgevano lì, ma da quando ha chiuso erano rimasti senza appoggio. A differenza di altre zone della città, quest’area è ancora viva, nei paraggi esistono due scuole. Con il gruppo di Vigonovo abbiamo realizzato delle postazioni per tornei che possano coinvolgere i ragazzi e in generale tutti gli appassionati della città”.

E i turisti? “Spesso entrano incuriositi, ma solo un paio di volte hanno acquistato un pupazzetto o una statuetta ispirata ai cartoni”.

L’inaugurazione di GameUp Venezia si è tenuta sabato 27 luglio, con un rinfresco curato direttamente da Paolo “Ho cucinato anche il pane”. E dal suo smartphone spuntano le immagini di ogni tipo di pietanza, preparata personalmente senza l’ausilio di catering o fornitori esterni.

E il mercato online, che numerose vittime sta mietendo nel campo della piccola distribuzione? “Non tutti comprano su internet – confida Paolo – molti clienti preferiscono ancora il rapporto umano, venire in negozio, girare tra le uscite, tra le offerte. Sul web si vede una foto, qui il prodotto è fisicamente presente: lo si vede, lo si pesa, lo si valuta. Inoltre, il gruppo mi fornisce pacchetti ed edizioni esclusive che online non sarebbero disponibili”.

Molti Veneziani sono entusiasti per il ritorno dei videogiochi a Venezia, e più in generale per l’apertura di una nuova attività non-turistica: “è passata Francesca Rogliani, consigliere comunale della lista ‘Luigi Brugnaro Sindaco’, per farmi il suo in bocca al lupo”. Lo stesso augurio che si pone ogni cittadino, al di là del colore politico, affinché un’iniziativa rivolta ai giovani residenti possa rappresentare, nel suo piccolo, un baluardo di venezianità in un Centro Storico monopolizzato da un commercio al ribasso senza regole, senza qualità ma soprattutto senza cuore.

Nino Baldan

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