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Funerali solo con termometri e termoscan prima di entrare in chiesa

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Funerali solo con termometri e termoscan prima di entrare in chiesa.
Cerimonie funebri bloccate finché non arriveranno i termometri digitali e i termoscan in tutte le chiese, per misurare la temperatura corporea ai fedeli.

Per il momento quindi, nonostante l’apertura di Conte ai funerali per il 4 maggio, si procederà solo con la benedizione ai defunti prima della sepoltura, almeno finché non arriverà la strumentazione necessaria per la protezione e la sicurezza dei partecipanti alle esequie.

Le cerimonie sono rimandate di qualche giorno, a quando si riuscirà a reperire tutti gli strumenti di misurazione corporea e ad attivare le profilassi sanitarie per il contenimento del contagio e quindi per la sicurezza dei fedeli.

Questa mattina il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha promosso una ampia riflessione con i Vicari Episcopali, i Vicari Foranei e i Direttori degli uffici di Curia.

Nel corso della riunione, in cui è avvenuta una condivisione delle prospettive e delle fatiche delle comunità cristiane del Patriarcato, si è discusso anche della applicazione delle recenti disposizioni in ordine alla celebrazione delle esequie.

Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27 aprile 2020, ripreso dalla circolare ai prefetti del Dipartimento per le libertà civili e dell’immigrazione del Ministero dell’Interno del 30 aprile 2020, stabilisce che a decorrere dal 4 maggio p.v. «sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino ad un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».

La nota del Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, concordata con il Ministero dell’Interno, è da intendersi complementare ed esplicativa della circolare ministeriale e precisa che: «Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termoscanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C».

Nel corso della riunione, spiega il vicario episcopale per la pastorale, monsignor Daniele Memo, avvenuta attraverso gli strumenti di video conferenza, si è maturato un consenso unanime circa i tempi e le modalità di applicazione responsabile delle disposizioni sopra citate per la celebrazione delle esequie nel territorio del Patriarcato.

E’ stato comunica ai parroci, agli amministratori parrocchiali e ai rettori delle chiese quanto
segue:

La Diocesi sta provvedendo ad ordinare i termometri digitali, da fornire a tutte le chiese,
attraverso un unico centro di acquisto;

L’Ordinario comunicherà la data in cui potrà riprendere la celebrazione delle esequie per tutto il territorio del Patriarcato nel rispetto delle disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020, non appena sarà possibile ottemperare al reperimento degli strumenti di misurazione corporea e alle altre profilassi sanitarie previste per il contenimento del contagio e quindi per la sicurezza dei fedeli;

Nel frattempo, si continuino ad applicare le prescrizioni emanate l’8 marzo 2020, ossia «nell’impossibilità di ogni celebrazione esequiale, è consentita la sola benedizione della salma in occasione della sepoltura o prima della cremazione», evitando «ogni assembramento di persone», e rispettando «sempre il criterio di garantire non meno di un metro di distanza fra le persone».

Al momento resta consentita solo la benedizione della salma alla presenza dei familiari più stretti.

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