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FAILS, il nuovo sindacato a fianco dei sanitari che non accettano di vaccinarsi

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Già l’inizio dell’intervista evoca scenari inquietanti: “Pensa che starebbe girando una direttiva per i medici di base per cui non dovrebbero rilasciare certificati post-vaccino con il “consiglio” di indicare, a chi ha qualche effetto collaterale, dopo l’inoculazione: «non è niente… se proprio devi, chiedi ferie o prenditi un ‘permesso’ per assenza dal lavoro» senza certificare giorni di malattia”.
“Abbiamo già avuto segnalazioni in questo senso. Affermano: in effetti chi può dire che vi è relazione diretta tra le due cose?”.
“Eventuali ‘reazioni avverse’, dunque, non risulteranno né a fini statistici, né agli organi predisposti per la farmacovigilanza…”.

Chi parla è Sandro Pescopagano, una vita spesa a tutela dei lavoratori, che ora si trova all’alba di una nuova iniziativa proprio specifica per le problematiche che stanno inghiottendo gli operatori sanitari che non sono convinti di volersi vaccinare.

“E’ un lavoro ‘sindacale’ iniziato a febbraio che si è concretizzato ai primi di aprile, e cioè quando la Legge si stava per attivare”, prosegue Katia che con Pescopagano condivide le fatiche di questo percorso.
“All’inizio il ‘movimento’ è nato nel mio ospedale, dove c’era un discreto numero di persone… diciamo ‘scettiche’… Poi l’incontro con Sandro, che ha un’esperienza pluriennale, ci ha permesso di dare una dimensione anche aperta verso l’esterno”.
“E’ un progetto nuovo, scollegato dalle posizioni e dagli schemi delle organizzazioni sindacali ‘classiche’. Operiamo in favore dei lavoratori del pubblico e del privato che si trovano a dover barattare la propria idea di salute con il proprio lavoro, sotto le minacce – perché di vere e proprie minacce si parla – di demansionamenti e sospensioni“.

“I punti oscuri del DL 44 e successiva Legge di giugno 2021 sono molteplici – prosegue Katia -. Il comparto sanità sta ricevendo grosse violazioni che vanno macabramente ad intaccare l’ etica medica, creando anche poca trasparenza nella necessaria comprensione da parte del paziente sul “Consenso informato”. Si sono affermati scenari drammatici con violazioni dei diritti del Lavoratore, Inviolabilità del corpo umano con una Legge che non tiene conto nemmeno dei CCNL ove non si cita obblighi vaccinali in fase sperimentale”.
“Una Legge che comporta l’ obbligatorietà seppur la terapia ad RNA messa in discussione non tuteli dalla trasmissione e quindi dal contagio stesso. E questa è una realtà dimostrata nel quotidiano con utilizzo dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) all’ interno delle aziende sanitarie da parte dei dipendenti”.

Per tutte queste problematiche, che vanno a scontrarsi con la “persuasione” applicata dalle aziende per “convincere” il personale a vaccinarsi, è nato FAILS SANITA’.
“È un sindacato piccolo, nuovo, e completamente diverso perché vuole ricaricare il solco di una sanità che deve essere in mano al pubblico, senza demonizzare il privato ma che deve solamente subentrare nelle nicchie di necessità e non sostituire il pubblico”.

Un sindacato nuovo che però ha già tanti iscritti e interessati che si rivolgono all’organizzazione per le problematiche del vaccino “obbligatorio” nell’ambiente di lavoro.

Diverse le maniere di contattarli:
alla sede di Venezia, a Favaro Veneto, in Piazza Pastrello 28, in adesione ad una confederazione di sindacati autonomi che si chiama CONF.SAFI;
a Trieste invece la sede è in via dei giacinti 30/D e serve tutto il nord-est;
a breve sarà poi aperta una sede a Udine.
E poi c’è la pagina Facebook.
“Ce n’era bisogno – continua Pescopagano – perché abbiamo visto una “complicità sindacale”, così come una “complicità politica”, arrivata ad un livello scandaloso. Pensate che abbiamo visto documenti e a firma sindacale dove si arrivava a chiedere la punizione nei confronti di chi non aderiva volontariamente alla campagna vaccinale”.


 

“Uno dei motivi della contrarietà a questa terapia vaccinale è quello per cui non esclude dal contagio. Questa contraddizione è manifesta nelle aziende ospedaliere in quanto si continuano ad utilizzare i DPI – continua Katia – . La procedura vaccinale non esclude da un contagio quindi, a differenza di un vaccino vero, come potrebbe essere quello del morbillo, grazie al quale dopo il vaccino non si deve più avere paura del morbillo. In questo caso invece addirittura tu lo puoi contrarre e addirittura diventare contagioso. Il punto è che non ci sono sufficienti dati scientifici per provare che la sintomatologia che può affiorare dopo l’inoculazione sia meno invasiva dell’evoluzione naturale del virus”.

“La cosa è ben spiegata in grosse riviste scientifiche come la PUBMED – approfondisce Katia – che, tra l’altro, mette anche in guardia sul fenomeno ADE che può nascere in una persona guarita in cui si effettua la terapia con RNA (vaccino) che andrà in conflitto con gli anticorpi naturali per aver superato la malattia”.
“Quindi noi operatori sanitari che abbiamo eventualmente superato la malattia in maniera naturale abbiamo anche questo aspetto che non viene minimamente considerato dai responsabili degli hub vaccinali che ci sono nelle aziende che ci obbligano comunque a fare la vaccinazione”.


 

Attenzione però: non sono “No Vax”. Il loro punto di vista non è quello di un rifiuto alle vaccinazioni.
Katia conferma di avere tutte le vaccinazioni, sia quelle di routine che quelle professionali, nonché di essere felice di essere vaccinata per alcune malattie.
“La contrarietà nasce verso una terapia che tutti sanno essere ancora sperimentale dal punto di vista degli effetti sul medio e lungo termine, specialmente per chi ha già patologie in atto”.

“Avendo competenze in materie scientifiche non ci riteniamo assolutamente ‘No Vax’ come ci disegnano i media normali e soprattutto non siamo negazionisti. Io personalmente ho sentito tante testimonianze di chi arrivava in ospedale nel mio reparto che mi raccontava dei primi protocolli dell’inizio della pandemia: 15 giorni lasciati a casa solo con un “antipiretico” e “vigile attesa” e poi finivano intubati. Io ho avuto la fortuna di lavorare con persone che mi hanno raccontato quello che è accaduto nel primo anno e mezzo, sostanzialmente, di carenza di vera informazione su protocolli errati negli ospedali” conclude Katia che lancia una sorta di ‘grido di battaglia’: “Diciamo basta alla scienza corrotta, e diciamo grazie di cuore ai medici che onorano il giuramento di Ippocrate”.

E domani, venerdì 30 luglio, alle 10 del mattino, ci sarà un momento importante per il FAILS, come ricorda Pescopagano: “30 luglio ore 10 campo San Geremia VENEZIA, fronte sede rai TV KABUL ….. sciopero e manifestazione. BASTA MINACCE AL POPOLO ITALIANO, BASTA MENZOGNE ED ODIO”.

Vedi anche:

Sciopero Comparto Sanità il 30 contro ‘Obbligo Vaccinale’ e ‘Green Pass’

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