“Filippo”, nome scelto da un individuo per ricattare una donna. E’ uno dei soliti ignoti (che prima o poi diventano noti), che frequentano Facebook e affini, attraverso i quali conosce una donna e non si sa con quali argomentazioni la convince a posare e fotografarsi in posizioni hard.
“Filippo”, nato a Napoli, abita a Carpenedo e la donna nel bellunese. Di rito, per questi “individui” il ricatto, la richiesta di soldi e la minaccia di mostrare le foto al marito, al datore di lavoro e diffuse in rete. Lo aiuta un’amica che con complicità raddoppia le minacce, pretende 5mila euro dal marito della donna che è rimasta impigliata nell’ingranaggio delinquenziale. Vuole essere pagato con Postepay, impartisce ordini e avvertimenti, sa di avere il coltello dalla parte del manico.
Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, ed ecco che la vittima dell’incosciente patto va alla polizia e racconta tutto, denuncia gli avvenimenti. Ne consegue il procedimento penale che ha assegnato a “Filippo” due anni di reclusione (patteggiati) e 700 euro di multa con la condizionale, nonché al pagamento delle spese legali.
La sua amica sarà giudicata con rito abbreviato in considerazione della certificazione medica presentata, che avvalora lo stato psicologico turbato e le condizioni di salute precarie, provocato dalla vicenda di cui si è resa irresponsabilmente complice.
La coppia violata chiederà il risarcimento danni per le conseguenze di atti che hanno provocato tanta sofferenza e minato il rapporto matrimoniale, oggi fortemente in crisi.
Andreina Corso
09/11/2016