Covid a Venezia: anche nelle ultime 24 ore si sono presentate nei pronto soccorso persone che poi hanno avuto necessità di essere ricoverate. Cinque di loro sono finite in terapia intensiva.
E’ il numero dei posti letto occupati il terreno dove si gioca la sfida più importante, in questa sorta di “isola gialla” che è il Veneto, quindi anche il Veneziano.
Il Veneto anche ieri, lunedì, ha registrato 1.966 nuovi positivi in 24 ore per un totale di 103.842 infetti dall’inizio dell’epidemia.
Non si allenta, di conseguenza, la pressione sugli ospedali, dove sono ricoverati, in area non critica e terapie intensive, circa 2.300 pazienti.
Nel Veneziano, situazione delicata
all’ospedale di Jesolo dove ieri mattina erano occupati ben 13 posti letto di terapia intensiva sui 14 disponibili. L’allarme è poi rientrato nel corso della giornata.
Venezia e provincia dalle ore 17 di domenica alle ore 17 di lunedì ha presentato ben altri 471 nuovi contagi, numeri che fanno salire il totale dei positivi nel Veneziano a 8.619.
Sette in morti nelle ultime ore. Tra di essi
si contano anche i decessi di un anziano della Villa Fiorita di Spinea e due operatori sanitari di Zelarino.
Tornando all’indicatore più cruciale di questa fase della pandemia, si sono registrati 5 nuovi ingressi in ospedale. Motivo di speranza potrebbe essere il calo dei nuovi ricoveri nella crescita da un giorno all’altro: domenica i medici veneziano avevano ricoverato 20 persone, mentre ieri “solo” 5.
Intanto ieri è stato svelato il mistero del “Covid Hotel” a Mestre.
Nelle intenzioni il nome avrebbe dovuto essere tenuto segreto,
in realtà le informazioni fornite hanno subito orientato l’identificazione.
Si tratta, ovviamente, di una delle nuove strutture di via Cà Marcello.
Il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben, ha spiegato che la struttura è stata individuata con un bando pubblico. Si tratterà di ospitare le persone in quarantena che non possono garantire l’isolamento in casa propria, ma anche i contagiati positivi le cui condizioni e i sintomi non richiedono l’assistenza medica di un reparto ospedaliero.