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Covid: terapie intensive oltre la soglie. Perché la Sardegna è tornata arancio

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Covid: terapie intensive oltre la soglie, nonostante un Rt fermo a 1,16. E’ ancora alto il numero dei nuovi casi (25.735 quelli di giornata) e, come noto, una percentuale di questi ogni giorno finisce in ospedale con un’ennesima percentuale di quella quota che avrà bisogno della rianimazione. Non rallentando il primo valore “a cascata” continuano a riempirsi i reparti. La novità invece, purtroppo, può essere la Sardegna che ritorna arancio.

La pandemia in Italia è così oggi, dominata dal rosso ed è scomparsa l’unica macchia bianca: da lunedì 22 marzo la Sardegna diventa arancione, secondo la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, basta sulle indicazioni della cabina di regia. Resta rossa la Campania e il Molise è l’unica regione lasciare il rosso per l’arancione.
Per la Sardegna, dunque, una doppia retrocessione, dopo tre settimane in zona bianca (l’area gialla è stato abolita dal Governo sino al 6 aprile). Dalla bozza dell’Iss emerge che nella settimana dall’8 al 14 marzo l’Isola ha un Rt maggiore di 1 (1.08) e una classificazione del rischio complessivo che passa da basso e moderato; resta sotto la soglia dei 50 casi per 100mila abitanti in una settimana (43), ma con una variazione del numero dei contagi in aumento del 32.5%. Sotto la soglia critica anche la pressione negli ospedali (14% di posti letto Covid in terapia intensiva e 11% in area medica).
Intanto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato di stare “ragionando sull’ipotesi di stringere ulteriormente le misure rispetto a quelle previste dal governo nella zona rossa”.
In questa Italia a tinte scure è in deciso aumento l’incidenza delle infezioni da virus SarsCoV2, mentre l’indice di contagio Rt rimane stabile all’1,6, secondo i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) relativi al periodo compreso fra il 12 e il 18 marzo.
I dati giornalieri del ministero della Salute registrano oltre 25.700 nuovi casi; in leggero calo i decessi, che restano comunque su valori elevati.

L’epidemia di Covid-19 in Italia è ancora una situazione molto seria che avverte il peso della circolazione delle varianti del virus e che spinge l’Iss ad affermare la necessità di mantenere “rigorose misure di mitigazione nazionali”, di ridurre “interazioni fisiche” e “mobilità” e di evitare in genere tutti i contatti non necessari fuori dalla propria abitazione.
I dati giornalieri del ministero della Salute indicano che nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono aumentati da 24.935 a 25.735, con un incremento del 3%; sono stati individuati grazie a 364.822 tamponi, tra molecolari e antigenici rapidi, con un tasso di positività del 7%, stabile rispetto al giorno precedente.
Calcolando invece il rapporto fra casi positivi e i soli tamponi molecolari emerge che il tasso di positività è del 12%, con un aumento del 10% in 24 ore.
I decessi sono stati 386, il 9% in meno rispetto ai 423 del giorno precedente. I ricoveri nelle terapie intensive sono stati 31 in più nel saldo fra entrate e uscite e 244 i nuovi ingressi, per un totale di 3.364 ricoverati.
Nei reparti Covid si registrano 164 ricoverati in più, per un totale di 26.858.

Fra le regioni è ancora una volta la Lombardia a registrare il maggiore incremento di casi in 24 ore, con 5.518, seguita da Emilia Romagna (3.188), Piemonte (2.997), Lazio (2.188), Campania (1.997), Veneto (1.917), Puglia (1.785) e Toscana (1.365). I dati giornalieri sono il risultato di una situazione complessa, che il monitoraggio settimanale indica ancora in crescita, ad eccezione dell’indice di contagio Rt, rimasto stabile a 1,16.
A livello locale, sono le 16 regioni e province autonome nelle quali l’indice Rt supera 1; in Campania raggiunge 1,5, mentre in Piemonte e Friuli Venezia Giulia è 1,25. Sempre fra le regioni, il monitoraggio indica che si continua ad osservare un livello generale di rischio alto: sono ancora dieci, come nella settimana precedente, le regioni classificate nella categoria di rischio alto e 11 in quella di rischio moderato. Di queste, sette hanno un’alta probabilità di passare alla fascia di rischio alto nelle prossime settimane.

I dati del monitoraggio settimanale dell’Iss indicano inoltre che dal 12 al 18 marzo l’incidenza è aumentata da 225,64 a 264 casi per 100.000 abitanti, superando così il valore soglia di 250 casi per 100.000 abitanti; in forte aumento anche il tasso di occupazione nelle unità di terapia intensiva, che a livello nazionale è passato dal 31% al 36%. Fra le Regioni e Province autonome sono aumentate da 11 a 13 quelle in cui i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti Covid hanno oltrepassato la soglia critica del 30%.

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