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Il Covid è arrivato in cima all’Everest

Il virus è arrivato nei campi base dell'Everest ed ha contagiato una ventina di persone che sono state subito soccorse e ora si trovano in ospedale a Kathmandhu, capitale nepalese.

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Il virus ha raggiunto la cima dell’Everest.
Se lo vuole prendere tutto, il mondo, questo virus che ci perseguita e che adesso ha raggiunto la cima dell’Everest, la vetta più alta del continente asiatico e della Terra.
Si erge al confine fra Cina e Nepal, e in quel paradiso gli alpinisti vogliono realizzare il sogno della scalata. Molti di loro vivono nei campi base sulla catena himalayana ed è proprio lì che il Covid è arrivato e ha contagiato una ventina di persone che sono state subito soccorse e ora si trovano in ospedale a Kathmandhu, capitale nepalese.
Subito gli alpinisti sono stati evacuati a causa della diffusione del contagio.
La situazione più preoccupante la stanno vivendo circa 150 persone che si trovano nel campo base di Dhaulagiri, dove si sono accampati gli scalatori e personale addetto ad accompagnarli e sostenerli durante la salita (gli sherpa).
Al campo base dell’Everest ci sono circa 1.500 persone.
Numerosi i casi Covid registrati, tanto che sono state create delle zone dove isolare i positivi.
I medici hanno raccomandato agli alpinisti di non spostarsi dalle tende delle rispettive spedizioni, di non andare a visitare altri scalatori, e di tenere sempre, in ogni circostanza, la mascherina.

Il governo del Nepal, parente povero della vicina India, ha minimizzato il rischio del contagio che ora sta colpendo il campo base del tetto del mondo.
Le ascese ad alta quota sono una delle maggiori fonti di ricavo per il Paese, ma il governo stesso che nega l’evidenza, dovrà assumersi la responsabilità di quel pericolo che il paese sta vivendo.
È pur vero che per accedere al campo, agli alpinisti viene imposto un periodo di quarantena, ma poi mancano gli strumenti per fare i tamponi.
La BBC da giorni trasmette l’allarme e gli stessi alpinisti hanno informato la stampa e scritto sui propri profili social, di essere stati contagiati e di temere lo scoppio di un focolaio.
Sullo sfondo, dati inquietanti registrano che nel Paese c’è stato un grande aumento di contagi, da poche centinaia a oltre 7mila al giorno nei primi giorni di maggio, e il Nepal è il paese con il più alto tasso d’infezioni tra quelli vicini all’India, dove è in corso la peggiore ondata dall’inizio della pandemia.

Il Nepal, secondo i dati di John Hopkins University, ha finora registrato 351.005 casi di coronavirus e 3.417 decessi, ma il numero di casi è aumentato drasticamente nelle ultime settimane e il Paese ha il più alto tasso d’infezione tra i Paesi confinanti con l’India, (ANSA).
   
L’emergenza ospedaliera e la mancanza di materiale sanitario hanno portato il primo ministro del Paese a chiedere aiuto ad altre nazioni.
«Quello che sta accadendo in India in questo momento – ha ammonito la presidente della Croce Rossa nepalese, Netra Prasad Timsina – è un’orribile anteprima del futuro del Nepal se non riusciamo a contenere l’ultima ondata di Covid». 
Intanto in India aumentano i morti.
Dall’inizio della pandemia il numero dei contagi ha raggiunto 21,9 milioni.

Andreina Corso

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