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Coronavirus, Zaia: “45 focolai attivi in Veneto”. Nuova ordinanza regionale fino al 15 ottobre

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Conferenza del presidente Luca Zaia, aggiornamento Covid

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato la presenza di 45 focolai di coronavirus in Veneto. Una fotografia che richiede la massima attenzione e che è stata spiegata durante il punto stampa di questa mattina con la consueta diretta Facebook.

Oggi ci sono, fortunatamente, sei dimessi dagli ospedali in più rispetto a ieri, giovedì 30 luglio, ma anche un morto in più (2.074 decessi da quando è iniziata l’emergenza).

Sono 117 i positivi al virus in più rispetto a ieri, e il bollettino, spiega il governatore, cresce a causa del focolaio trevigiano. Ci sono 3.740 persone attualmente in isolamento nel Veneto, da ieri 36 in più, e dall’inizio dell’emergenza, cioè dal 21 febbraio a oggi, sono stati effettuati 1 milione 228 mila 224 tamponi.

I ricoverati negli ospedali a causa del Covid-19, oggi in Veneto, sono 117: 31 sono positivi e 85 si sono negativizzati. Nelle terapie intensive oggi ci sono 6 persone.

“Questo bollettino – spiega il governatore – dice che il virus esiste con cariche virali variabili, ci sono diversi gradi di contagio”.

Preoccupa il numero di positivi asintomatici che Zaia definisce “importante”: dei 117 casi positivi, circa un’ottantina sono asintomatici. “A Treviso abbiamo intercettato 3 asintomatici ed è partito il piano di sanità pubblica (che prevede la ricerca dei contatti, ndr)”.

“Clinicamente in questo momento non siamo in emergenza – afferma il presidente – ma non vuol dire abbassare la guardia: siamo pronti e schierati, la prossima settimana presenteremo il piano di sanità pubblica che è già pronto e lo manderemo al comitato tecnico scientifico”.

Oggi vi sono 45 focolai del virus nella Regione: “Oggi abbiamo 45 focolai attivi in Veneto – dice Zaia – non sono cresciuti di molto da quando vi ho dato l’aggiornamento dei 38”. Il governatore ha anche precisato che questo numero può esser dovuto a successive verifiche che mettono in luce casi positivi già esistenti, come avvenuto a Jesolo. “L’evidenza di contagiati nuovi – aggiunge Zaia – non significa necessariamente focolai nuovi”.

Sono stati fatti 743 tamponi, 623 per lavoratori di rientro dall’estero e 120 per badanti già testate.

NUOVA ORDINANZA REGIONALE
Oggi inoltre sarà firmata l’ordinanza regionale che proroga tutte le misure per l’emergenza sanitaria da coronavirus fino al 15 ottobre 2020. “Oggi firmo un’ordinanza che proroga tutte le misure (nulla di nuovo) fino al 15 ottobre, la data di scadenza dello stato emergenziale. Questa ordinanza lascia una finestra per l’8 agosto, perché il decreto legge approvato dal governo prevede l’approvazione entro 10 giorni di un Dpcm che vada a regolamentare nuove attività”. In sintesi, se nulla cambia a livello nazionale, nulla cambia per il Veneto fino al 15 ottobre, se invece arriveranno nuove misure da Roma, sarà necessario adeguarsi. “Immagino arriveranno novità sul fronte crocieristico – ha detto Zaia – alcuni ragionamenti li stiamo facendo anche noi, stiamo cercando un protocollo e linee guida sperimentali” Inoltre: “Ai cittadini veneti diciamo che per loro non cambia nulla rispetto a quello che c’è già, e questo è fondamentale”.

OLTRE LA META’ DEI FOCOLAI DA FUORI
Oltre il 55% di focolai in Veneto, ha poi spiegato il governatore, provengono da fuori regione.
Riguardo all’ex caserma Serena a Casier di Treviso: “Per me la caserma di Casier resta “zona rossa” dal punto di vista sanitario e ricordo che gli ospiti devono sottostare a delle leggi. Da quella caserma nessuno deve uscire”. Il paragone

“L’appello che rinnovo alla Prefettura e forze dell’ordine è di gestire la caserma in maniera assolutamente severa (che non significa violenza), abbiamo avuto 5 milioni di veneti che si sono chiusi in casa per mesi, non capisco quale sia il problema di chiedere a 300 persone di farsi la quarantena. Noi andremo ogni 7 giorni a far loro il test, sarà anche una buona opportunità di studio epidemiologico”. E ancora: “La comunità deve avere la tranquillità che da lì non si deve uscire né entrare per prendersi il virus. I veneti si sono fatti mesi in casa non capisco perché alcuni di questi signori stiano già alzando la voce perché vogliono uscire. Qui si vede se esiste lo Stato oppure no. Resta sottointeso che strutture come queste devono essere dismesse, questo sistema di ospitalità è fallimentare, lo è socialmente, culturalmente, sanitariamente, economicamente, in tutti i sensi”.

SANTA MARIA DEI BATTUTI A VENEZIA
Il presidente Zaia ha anche commentato il nuovo focolaio scoperto alla casa di riposo Santa Maria dei Battuti, di Mestre. “Facciamo test ogni 30 giorni ad operatori e ospiti delle case di riposo del Veneto. Viene da chiedersi: ma com’è possibile?” E quindi: “Lì dovremmo fare la ricostruzione epidemiologica, perché se ci sono responsabilità è giusto iniziare a farle venire fuori, come accaduto in qualche altra casa di riposo. Non è possibile che qualcuno ipotizzi di accogliere gli ospiti senza prima la quarantena, cioè quello che prevede la mia ordinanza per chi proviene da casa e arriva nella casa di risposo. Vogliamo capire perché è accaduto questo, manderemo il servizio di prevenzione a ricostruire la storia”.

Giorgia Pradolin

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