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Coronavirus, “attenzionata” San Donà. In Francia rianimazioni in difficoltà

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Coronavirus: il bollettino del veneziano si apre con la segnalazione di una nuova vittima. All’Ospedale di Dolo è morto Luigino Bovo, di 72 anni. Persona conosciuta e stimata, era insegnante in pensione che aveva collaborato a lungo anche con l’Università Popolare di Scorzè.
Si tratta della vittima veneziana numero 325.

Venezia e provincia segna 18 nuove positività al tampone nelle ultime ventiquattro ore. Ieri erano state 8.
Gli “attualmente positivi” in provincia di Venezia sono complessivamente 378. Ieri erano 366.

Gli “attualmente ricoverati” sono 18 oggi: 15 sono degenti all’Ospedale di Dolo, 2 sono degenti all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, 1 all’Ospedale Civile di Venezia.

Per quanto riguarda le specificità, “osservata speciale” è oggi anche San Donà dove si sono registrati 21 nuovi positivi in una settimana. Questo dopo l’attenzione per Fossalta di Piave che si è trovata con 23 positivi come riferito nei giorni scorsi.

VENETO
69 nuovi casi di contagio da Coronavirus in Veneto nelle ultime 24 ore. Il totale da inizio pandemia è (lunedì 7 settembre) di 24.013 casi.
I ricoveri in ospedale sono 158 (+7) .
In terapia intensiva ci sono 17 pazienti, uno in più rispetto al rapporto del giorno precedente.

MONDO
Francia, Regno Unito e Spagna registrano dati a livelli tali da far temere un autunno ancora peggiore rispetto ai timori di inizio estate.
Nel mondo i casi superano quota 27 milioni e i morti sfiorano i 900 mila, con l’India che oltrepassa il Brasile e diventa il secondo Paese al mondo per numero di contagi dopo gli Stati Uniti (6.286.475 infezioni).

In Francia, dove da giorni i contagi si attestano molto oltre gli 8 mila al giorno, “i medici temono di assistere ad una nuova saturazione dei servizi di rianimazione. Denunciano una vigilanza collettiva ridotta ai minimi termini e rimproverano alle autorità locali, come anche nazionali, di sottovalutare l’intensità di questa ripresa epidemica”, scrive Le Monde, che parla di “progressione esponenziale del virus”.

Il governo britannico spera di poter avere la disponibilità di massa di un vaccino anti-coronavirus per l’inizio del 2021, se le ultime fasi di quello sperimentato dall’università di Oxford e destinato a essere prodotto dal colosso AstraZeneca daranno ulteriori risultati positivi, ha affermato Matt Hancock, ministro della Sanità del governo di Boris Johnson. Ma, ha avvertito, si tratta del “migliore degli scenari” possibili definendo “preoccupanti” i dati giornalieri sul nuovo rimbalzo dei casi nel Regno, che per due giorni consecutivi sfiora i 3 mila casi: 2.948 oggi e 2.988 ieri.

La Spagna, intanto, diventa il primo Paese europeo a superare il mezzo milione di infezioni con 525.549 malati.

Sono 4.204.613 i contagiati in India, che crescono di 90 mila al giorno con una progressione che sembra inarrestabile: oltre un milione di casi in 13 giorni. Ma dopo oltre sei mesi di stop totale, le autorità hanno comunque scelto di far ripartire le linee della metropolitana a Delhi e Mumbai, oltre che in altre città, sia pure con orari ridotti e forti limitazioni ai passeggeri. E continua la progressiva riapertura dei servizi.

Va decisamente meglio nell’altro gigante asiatico, la Cina. E a Pechino si prepara a riaprire Xinfadi, il più grande mercato di verdura all’ingrosso della capitale cinese, chiuso a metà giugno per un focolaio che aveva fatto temere un nuovo dilagare della pandemia.

Il Brasile di Jair Bolsonaro – 4.137.521 casi e 126.150 morti – rinuncia alla tradizionale parata militare per la festa dell’Indipendenza, celebrata al chiuso nel Palacio da Alvorada, ma le spiagge di Rio e San Paolo fanno il pienone con migliaia di persone a godersi sole e mare rigorosamente senza mascherina.

E’ stata spostata infine a domani sera l’entrata in vigore del coprifuoco in 40 località di Israele, considerate zone rosse per l’alto tasso di contagi. Ma la gestione della pandemia, altre 2.257 infezioni in 24 ore, ha sollevato un’ondata di polemiche. Il Movimento per la Giustizia sociale in segno di protesta ha collocato nella centralissima piazza Rabin oltre 1000 sedie vuote con una rosa e un bigliettino: ognuna in ricordo delle vittime del virus.

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