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Coronavirus a Venezia: “focolaio” al Civile

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Coronavirus a Venezia: 38 i nuovi casi nelle ultime 24 ore di rilevazione. Cifra che porta i positivi a 670 nel veneziano.
In isolamento fiduciario 1.989 persone più altre 1.063 in quarantena perché hanno avuto contatti di chi è risultato positivo.

Ricoveri: 54 oggi le persone ricoverate con una differenza di +6 rispetto a ieri. La cifra comprende sei persone in terapia intensiva.
Registrato inoltre anche un nuovo decesso, conteggiando il quale

si arriva a 330 vittime a Venezia e provincia dall’inizio della pandemia.

Per quanto riguarda i casi localizzati, massima attenzione è rivolta alla situazione della Fincantieri di Marghera dove si sta cercando di promuovere uno screening di massa per la comunità bengalese. Si è visto, infatti, che gran parte dei contagi è dovuto all’ambito familiare e comunitario di convivenza degli uomini che appartengono a ditte esterne che svolgono lavori in appalto all’interno del cantiere.
Ieri la scoperta di altri otto nuovi contagi, numero che porta il totale dei casi a 116 da fine maggio alla Fincantieri.

L’altro ambiente che sta destando preoccupazione in quanto il virus pare proliferare indisturbato è il reparto di Medicina dell’ospedale Civile

di Venezia.
Con altri tamponi in attesa di esito (quindi non si tratta ancora di un numero definitivo) sono incredibilmente già 24 i casi di positività all’interno del reparto del Padiglione Jona del SS. Giovanni e Paolo.

La scoperta riguarda pazienti e operatori, per la maggior parte ignari di essere positivi in quanto asintomatici, quindi scovati grazie allo screening completo.
Gli ultimi numeri indicano 16 operatori sanitari positivi e e 8 pazienti ricoverati nel reparto.
Il giorno prima ne erano stati dichiarati 6: tre operatori e tre pazienti. Altri 18 casi sono stati scoperti nelle ore successive.

Il reparto di medicina si è quindi “blindato”

chiudendo nei confronti di visite, accompagnatori, ecc. Malati con mascherine anche nei letti e frequenti disinfezioni dei locali.

Quanto all’ipotesi sulla diffusione nel reparto ospedaliero del virus, l’ipotesi dell’Ulss – che oggettivamente pochi trovano realistica – è che un paziente ricoverato con tampone negativo si sia “positivizzato”.

E’ noto, infatti, che il protocollo preveda che qualsiasi ricovero in arrivo venga posto in appositi spazi di isolamento fino all’esito del tampone che deve essere negativo per accedere ai posti letto del reparto.
Che un paziente sia diventato positivo successivamente da solo, senza contatti con soggetti positivi, sarebbe un fatto anomalo.
Più realisticamente diversi soggetti, anche all’interno dell’Ospedale, ritengono che si sia potuto trattare di un abbassamento

delle attenzioni riguardo le precauzioni prescritte al personale.

Decisamente meno grave la situazione dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre dove ci sono tre operatori sanitari positivi ma nessun paziente degente contagiato dal virus.

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