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Coronavirus: a Venezia colpiti gli operatori. 4 casi al Suem

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coronavirus a venezia colpiti operatori suem

Ospedale Civile di Venezia: ieri, mercoledì, la giornata più convulsa. Ad un certo momento, in tarda mattinata, si diffonde una voce: “Stanno chiudendo l’ospedale, lo mettono in isolamento”. Non era vero.
C’era ovunque grande animosità, però, quindi proviamo a rubare una battuta ad un operatore di passaggio mentre spinge una sedia: “Hanno trovato altri positivi allo Jona, dobbiamo trasferire tutti quelli che non lo sono”.
Dimissioni accelerate e anticipate, pertanto, in tutti gli altri reparti che potevano mettere a disposizione posti letto senza pregiudicare la salute degli altri pazienti. Giusto il tempo della pulizia e poi via ai trasferimenti. Interi reparti dello Jona svuotati e poi sanificazione.

Vengono così costretti ad un superlavoro sanitari e operatori che in questi giorni si dedicano senza mai risparmiarsi alla causa, nonostante i motivi per mugugnare ci sarebbero. Ieri, infatti, sarebbe arrivata la disposizione della direzione per cui: “Solo il personale che ha contatto diretto con un paziente positivo ha diritto ad indossare la mascherina…”. Un provvedimento teso a non far scarseggiare le scorte, evidentemente, che però non fa sentire al riparo tutti gli altri operatori in un momento in cui sono così poche le certezze.

E poi la questione dei tamponi che scarseggiavano. C’è chi è riuscito ad eseguire il test solo dopo molte ore: “Ed è per questo che solo oggi (ieri per chi legge, ndr) si è scoperto che c’è un’impennata dei casi tra il personale…”.

VENEZIA CENTRO STORICO
Venezia si trova in testa nella poco felice graduatoria dell’aumento dei casi.
Due ‘nuovi’ pazienti sono ora degenti a cui si aggiunge la scoperta della positività di quattro operatori sanitari.
Numeri che sommati ai tre ricoveri precedenti (tuttora degenti) e all’infermiere già in isolamento fiduciario al proprio domicilio di cui si dava notizia ieri, portano il totale a 10 nella ‘Venezia storica’.

OPERATORI SANITARI, IMPENNATA DEI CASI MERCOLEDI’
A Venezia sono quattro gli operatori del Suem risultati positivi al test del virus. Sono addetti all’emergenza 118.
Quattro positività a cui sommare quella dell’infermiere già in isolamento domiciliare di cui è stata data notizia ieri.
Da annotare anche che il personale addetto all’assistenza che era entrato in contatto con i primi pazienti al Padiglione Jona è stato posto in isolamento fiduciario a domicilio a scopo precauzionale.

OSPEDALE DI VENEZIA
Il primo ad usare appropriatamente il termine (gruppo, grappolo) è stato il governatore del Veneto, Luca Zaia. Ed ora un gruppo consistente di contagiati si trova all’ospedale Civile di Venezia.
Oltre agli operatori sanitari (passati da uno a cinque in un giorno) aumentano da tre a cinque gli anziani ricoverati positivi al test.
I due nuovi pazienti sono arrivati martedì notte. Sono stati ricoverati in Chirurgia e nel reparto Malattie Infettive.

OSPEDALE DI MESTRE
All’ospedale Dell’Angelo a Mestre, dove ieri si era registrato il primo pensionato ricoverato, oggi sono quattro i pazienti degenti tra Malattie infettive e Rianimazione.
Ieri mattina all’ospedale di Mestre i due nuovi pazienti che ora si trovano in Terapia Intensiva e nel reparto Malattie Infettive.
Il quarto è proveniente da Chioggia, dove si è registrato ieri il primo caso.

OSPEDALE DI DOLO
All’ospedale di Dolo, dopo il primo caso (l’ex autista residente a Oriago di Mira da sabato ricoverato in Rianimazione a Padova), si erano presto aggiunti i tre operatori sanitari (cardiologa, infermiere e addetta alle pulizie) e mercoledì è arrivata la conferma di un secondo infermiere contagiato.

CHIOGGIA
La conferma dell’arrivo del virus a Chioggia è del sindaco Alessandro Ferro. Si tratta di un anziano residente a Chioggia già ricoverato in Cardiologia. L’aggravamento del paziente e la mancata risposta positiva alle cure ha spinto i medici a pensare al ‘test del tampone’ che ha dato conferma: coronavirus.
Il paziente è poi stato trasportato nel reparto di Rianimazione dell’Angelo di Mestre. E’ in gravi condizioni.

TREVISO
All’Ospedale Ca’ Foncello la situazione viene definita ‘molto grave’ per la struttura stessa.
Il reparto di Geriatria, possibile focolaio dell’infezione, è stato sigillato. Undici sarebbero i sanitari risultati positivi al Covid-19. 4 operatori socio sanitari, 2 infermieri e 5 medici.

IN ITALIA
Giunti al sesto giorno dal primo italiano positivo al Coronavirus, cambia la strategia di rilevazione: i tamponi saranno da oggi somministrati solo a chi mostra sintomi. Questo perché si ritiene l’anomalia dell’Italia terza al mondo per positivi al Covid-19 dopo Cina e Corea del Sud per la grande quantità di tamponi fatti: diecimila contro i meno di mille di Francia e Germania.

Da oggi, ha annunciato il direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, al test saranno sottoposti solo i pazienti sintomatici e chi è stato in stretto contatto con le persone positive. Ciò, ha spiegato, perché il rischio contagio “è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso in quelli asintomatici”.

Intanto, mercoledì è arrivata la dodicesima vittima, la prima in Emilia Romagna. Ed i contagiati toccano quota 424.

Otto i minori positivi al virus cinese, sette in Lombardia ed uno in Veneto. Questo non desta particolari preoccupazioni perché, come ampiamente documentato in Cina, nei bambini l’infezione avviene in forma estremamente lieve e non dà alcun rischio per la salute dei piccoli.

Tra gli oltre 400 contagiati è sempre la Lombardia in testa con 258; seguono Veneto (87), Emilia Romagna (47), Liguria (16), Piemonte (3), Lazio (3), Sicilia (3), Marche (3), Toscana (2) e Alto Adige (1). In serata si è avuta notizia del primo caso in Puglia: una persona residente in provincia di Taranto che era stata a Codogno.

LE BUONE NOTIZIE
Dal mondo scientifico arrivano conferme che il virus può essere letale in una infinitesima minoranza dei casi. Martedì, inoltre, non è arrivato nessun nuovo focolaio (o ‘cluster’ come si usa dire ora). Anzi, in serata il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato, in un’informativa alla Camera, che “i due focolai, che inizialmente sembravano distinti, poi si sono dimostrati connessi: uno in Lombardia, più vasto, e un altro puntiforme in un piccolo comune del Veneto”. “Sostanzialmente il focolaio è uno ed è quello della bassa Lombardia”, gli ha fatto eco Walter Ricciardi, consulente dello stesso ministro e membro italiano dell’Oms.

Si registra, inoltre, la guarigione dei primi casi di malattia accertati in Italia, la coppia di turisti cinesi ricoverata allo Spallanzani: dopo il marito, è risultata negativa anche la moglie.

A Piacenza una mamma positiva al virus ha partorito un bimbo sano.

In Cina mercoledì sono stati registrati 508 casi sospetti e la guarigione di 2.750 persone dimesse dagli ospedali. I pazienti in condizioni gravi sono calati di 406 unità, a 8.346. I contagi accertati nel Paese sono saliti a 78.497 in tutto il Paese, di cui 2.744 con causa di morte.

“Coronavirus, otto nuovi casi tra Venezia e Mestre: sei sono operatori sanitari” : aggiornamento venerdì 28/02/2020 ore 08.00

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  1. Leggendo le notizie che scrivete ( non solo voi ) mi verrebbe voglia di non aprire mai più un giornale, a volte molte notizie risultano montate per spaventare le persone, abbiamo tutti gli strumenti che ci permettono di superare questa situazione senza andare in panico. Gli anziani risultati positivi erano già ricoverati al Civile, quindi si presume fossero già in una situazione critica, quello che non riesco a capire è come abbiamo fatto a prendersi il VIRUS , lo hanno portato loro da casa, e se si dove sono andati ? si sono infettati mentre erano ricoverati ? e se si come cavolo hanno fatto, è da Gennaio che si sa che c’era questo Virus, perché non hanno applicato da subito questo protocollo ? hanno lasciato migliaia di persone in tutta Italia libere di entrare nei Pronto Soccorso senza nessuna precauzione, hanno lasciato chiunque libero di girare in tutti i reparti a far visita ai parenti, mi sembra assurdo, il mio modesto parere è che chi è preposto alla Sanità ( MINISTRO) non sia in grado di svolgere questo compito. Se la scopa non funziona la colpa è sempre del manico.

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